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The Heisenberg Diaries (Book A: Sounds Of Future Past)
TrackList
- Space 99 Year One Theme
- Flash Gordon Suite
- Barbarella
- Suspension
- When The Wind Blows
- The Neverending Story
- Red Dwarf Theme
- The White Light - Echoes From The Past - Dying Station - Delenn's Sunrise
- Doctor Who Main Theme
- UFO Main Theme
- The Black Hole End Title
- Space Patrol (Raumpatrouille)
- Dune Suite
- Space 99 Year Two Main Theme
DOCKER'S GUILD - The Heisenberg Diaries (Book A: Sounds Of Future Past)
(2016 - Lion Music/Rock Company/Black Swan Records)voto: 9/10
Disco ambizioso questo dei Docker's Guild, da loro stessi definito una prog metal space opera: praticamente l'equivalente prog degli Avantasia. Ma facciamo un passo indietro, perché ad essere ambizioso è l'intero progetto. Nati dalla mente di Douglas R. Docker (produttore, songwriter, cantante e tastierista), nel 2012 danno alle stampe il primo album 'The Mystic Technocracy - Season I: The Age of Ignorance' accolto in maniera a dir poco eccellente dalla stampa. Ma era solo l'inizio, perché l'idea era quella di dar vita ad una storia capace di svilupparsi su una serie di nove album, di cui cinque “stagioni” portanti e quattro episodi transizionali, tra i quali appunto va collocato questo 'The Heisenberg Diaries (Book A: Sounds Of Future Past)', realizzato sotto la guida del co-produttore Alessandro Del Vecchio.
Per dar vita a questo episodio Douglas ha scelto un cast internazionale di pregiata fattura, le cui ciliegine sulla torta sono probabilmente Nina Strauss e Amanda Somerville. Ben rappresentata l'Italia, che fornisce ben tre artisti su nove, ma si arriva persino oltreoceano col nome di Roxi Petrucci. Peculiarità assoluta di questo cast l'essere composto interamente da donne.
Ma veniamo al disco, che suona per lo più come la narrazione di un viaggio nello spazio (e forse nel futuro) in cui si perdono i confini tra il reale e la fantascienza, tra film e fumetto; un viaggio le cui colonne portanti, contrapposte tra loro ma proprio per questo in grado di completarsi così bene, sono senza orma di dubbio il basso e le tastiere. Il basso: presentissimo, pulsante, incalzante, molto ritmato, crea e mantiene un ottimo livello di tensione e tiene sempre l'ascoltatore sul chi va là, lasciando l'impressione che possa succedere qualcosa da un momento all'altro. Le tastiere: ecco le vere armi aggiunte, che siano usate ora in modo (neo)classico, ora quasi a voler ricreare le sonorità di un Hammond, ora in maniera maggiormente contaminata, dando un sottofondo atmosferico tremolante e quasi elettronico.
Se non oso neppure immaginare quanto sia stato difficile concepire un disco del genere, mi rendo invece conto di come non sia facile nemmeno ascoltarlo. 'The Heisenberg Diaries' è un lavoro che necessità un'attenzione costante e una profonda concentrazione per non rischiare di smarrirsi nei suoi meandri. Facile ad esempio smarrirsi negli oltre 15 minuti di 'Flash Gordon Suite', ma la pazienza di arrivare al finale è ampiamente ripagata da un dinamismo senza pari. Lo stesso discorso si applica all'intero disco, lungo e complesso come può essere un film di Tarkovskij, costellato da vari cambi di intensità e di atmosfera, tra delicati mid-tempos, avvincenti momenti di tensione e vivaci tripudi di suoni, questi ultimi dei veri e propri fuochi artificiali sparati in mezzo allo spazio; il tutto con le tastiere sempre sugli scudi.
Il consiglio che posso dare, nell'approcciare questo nuovo capitolo del progetto Docker's Guild, sta tutto in una parola: immaginazione. Chiudete gli occhi, rilassatevi, lasciate partire la musica e seguitela senza porvi troppe domande sulla destinazione finale. Lasciatevi trasportare. Lasciatevi irraggiare dalla brillantezza dei singoli arpeggi, dall'armonia degli arrangiamenti, dalla poesia raccontata dalle note di un pianoforte. Provateci, e forse vi scoprirete ancora una volta capaci di sognare.
Francesco Salvatori