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Flagellum Dei

TrackList
- Flagellum Dei
- Refuse/Resist (Sepultura cover - feat. Nick Montaguti)
- For The Glory Of Men MMXVI
- We Will Prevail (Electro-Industrial Remix)
EVERSIN - Flagellum Dei
(2016 - Club Inferno Ent. (My Kingdom Music))voto: 5/10
I siciliani Eversin non sono certo una band di primo pelo, avendo già pubblicato tre album sotto My Kingdom Music più altre tre uscite autoprodotte (come 'FVOCO FATVO'), eppure riescono nella singolare impresa di proporre un EP assolutamente inutile.
Infatti “Flagellum Dei”, che esce con una tiratura suicida di 50 copie, ci propone nella quasi totalità materiale già edito. Si parte con la title track (che a mio avviso ha i suoi momenti migliori nei primi 5 secondi e nella parte rallentata groove della seconda metà del brano), già ascoltata in apertura del loro precedente full lenght “Trinity: The Annihilation” dello scorso anno.
Anche “For the Glory of Men (MMXVI)” ha aperto un disco del battagliero quartetto, in quel caso l’anno era il 2012 e l’album “Tears On The Face Of God”. Qui la troviamo in una versione cantata e sfrondata della squalificante intro.
Il disco è chiuso da un altro ripescaggio da “Trinity…”, un’improbabile remix Electro-Industrial di “We Will Prevail” che la priva di quel poco di pathos melodico e ritmico che la versione ufficiale proponeva nei ritornelli.
Il thrash moderno proposto dai nostri ha poco a che vedere con le influenze rivendicate (i consueti Slayer, Death Angel, Annihilator e Testament), risultando ben più monotono e scuro, oltre che piuttosto lontano da quel massacro di epicità e potenza promesso nella scheda di presentazione della band.
Rimane la cover. Ora, un consiglio: già sbandierare come apice del disco un pezzo altrui non è una gran dimostrazione di fiducia nei propri mezzi, se poi ci si avventura a scalare un brano epocale fallendo miseramente il confronto con l’originale, questo è autolesionismo puro!
Molto valido l’assolo di Giangabriele, ok, ma avete presente quell’impeto trascinante che i Sepultura imprimevano a questa traccia? Quello che avrebbe fatto fare su e giù con la testa anche a una statua di marmo? Bene, qui manca completamente. Nemmeno la voce dell’ospite Mick Montaguti dei grandi Electrocution salva la baracca.
La cosa che mi lascia perplesso è il fatto che gli Eversin non abbiano neppure scelto i brani migliori del proprio repertorio per comporre questa sorta di mini best of.
Aggiungete la pronuncia dell’inglese di Angelo, spesso amatoriale, e una produzione non proprio brillante ma gonfia e cupa e sarete lieti della breve durata di questo dischetto.
Anche i simboli in copertina sono di seconda mano.
Ragazzi, tornate quando avrete qualche nuova idea, vi aspettiamo.
Marcello M.