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War on Mosquitos

SILENZIO LOW-FI - War on Mosquitos
(2009 - Autoprodotto)voto: 8/10
Tre quarti dei romani Silenzio Low-Fi vantano esperienze passate all'interno del panorama musicale del nu-metal, provenendo dalle ceneri di una band chiamata R.O.G.
L'evoluzione musicale ha portato i Silenzio Low-Fi ad addentrarsi in un genere non sempre completamente definibile, ma- se concordiamo nel considerare tali termini nella loro accezione più pura- possiamo parlare di nu-metal o crossover, intendendo appunto un “crocevia” di varie influenze.
Quello che ne esce è un prodotto difficile e particolare, ben lungi dall'essere di immediata comprensione ma in grado di rivelarsi una piacevole sorpresa se si ha la pazienza di esaminarne a fondo le caratteristiche, oltre alla capacità di estendere i propri orizzonti.
“War on mosquitos” ci lancia in un mondo fatto di un misto tra riff distorti di derivazione metal, suoni più moderni ed effettati, talora ai limiti dell'industrial, vocioni feroci la cui paternità va chiaramente attribuita al nu-metal e fasi più melodiche, corali ed atmosferiche.
“Follow the space surfer” è una continua alternanza tra suoni distanti e armoniosi, dolci voci quasi fuori campo, riff in over-drive semplici ma efficaci, il tutto condito con una sottile tendenza progressive (anche se forse il termine più adatto sarebbe “innovatrice”) che non guasta. Pezzo non del tutto diretto ma molto carino, specialmente nel chorus melodico.
“Godzilla” apre in maniera più impetuosa, con un riff stoppato bello grezzo (contornato da suoni molto moderni); pur trattandosi di un brano piuttosto breve non manca lo spazio dedicato alla sperimentazione.
Veniamo all'ultima traccia: i Silenzio Low Fi, nel chiudere questo primo capitolo della loro avventura all'interno del mercato discografico, ci regalano un gran bel pezzo, intitolato “Within”. Non manca nessuno degli ingredienti in grado di rendere di livello superiore una canzone: un riff distorto molto memorizzabile, un buon ritmo, strofe brevi e soprattutto un chorus che si stampa subito in testa, impreziosito dalla sovrapposizione tra le sue versioni “melodica” e “brutale”, se cosi possiamo chiamarle. Ancora una volta la fase centrale è dedicata a variazioni e sperimentazioni, proposte nella fattispecie sotto forma di atmosfere intervallate da frequenti accelerazioni e “stop & go”, prima della ripresa del chorus che pone definitivamente la parola fine sull'ascolto di “War on mosquitos”.
Ripeto, stiamo parlando di un prodotto totalmente inadatto a chi non ha la pazienza di andare oltre il primo ascolto, ma anche di un lavoro in grado di stupire gli ascoltatori dalla mente aperta: decidete voi da che parte schierarvi, ma tenete presente che musica di questo livello non si trova facilmente ormai.
Ovviamente il voto finale è da intendersi “con riserva”, in quanto rimando ogni altro giudizio definitivo all'ascolto di un full-lenght.
Francesco Salvatori