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Fight

RED RIOT - Fight
(2016 - Volcano Records)voto: 7/10
I Red Riot vanno diritti al sodo e lo dimostrano con questo EP d'esordio, intitolato Fight e pubblicato lo scorso giugno dalla Volcano Records.
Il lavoro si compone di 3 brani alimentati con tonnellate di decibel e che potrebbero finire di diritto in un ipotetico manuale per headbangers compulsivi per via dell'elevato tasso anthemico in essi contenuto.
Provenienti da Nocera Inferiore, questi cinque giovani rocker, Alpha ai microfoni, Max e JJ alle chitarre, Lex al basso e ScaR alla batteria, dimostrano di aver appreso velocemente e bene la lezione di mentori metropolitani come L.A. Guns e Skid Row.
Sarebbe tuttavia ingiusto e frettoloso liquidare il sound della band definendolo come l'ennesimo esempio di Street Rock di facciata, visto che i cinque campani riescono a spingersi oltre impreziosendo la propria formula sonora con contaminazioni punk/Oi ed una impostazione vocale più metal che sleaze.
Pensate ai cori da stadio (o da pub inglese, se preferite) attorno ai quali Cockney Rejects o The Business costruivano i loro famosi inni di street punk proletario e mescolateli con un approccio vocale che a tratti ricorda Phil Anselmo dei Pantera. Aggiungete un riffing pragmatico e degno del miglior Joe Perry e vi ritroverete tra le mani un cocktail sonoro coinvolgente, accessibile e privo di grosse pretese; no frills!
Quindi, come si diceva in apertura, se siete dei patiti di headbanging e la vostra testa non può fare a meno di oscillare su e giù al ritmo di rullante, grancassa e riff metallici tenete una scatola di Moment a portata di mano. Ne avrete bisogno dopo aver ascoltato la minacciosa 'Fight', opener guerrafondaia nel titolo quanto nell'incedere avvolgente e sguaiato.
La successiva 'Squealers' si fa strada tra le linee nemiche grazie ad un riff di cui sarebbe andato fiero persino quel genio selvaggio di Johnny Thunder.
Con la terza ed ultima 'Who We Are', dalle sfrontate connotazioni tribali, i Red Riot si lasciano prendere la mano e ci portano ad esplorare sentieri dove la retorica anthemica viene spinta all'eccesso, soprattutto per via di quei cori iniziali dal sapore un pò troppo demagogico.
Il risultato finale è comunque piacevole anche se prima di sbilanciarci con un giudizio definitivo aspettiamo di ascoltare il prossimo lavoro sulla lunga distanza.
Nel frattempo, se ne avete la possibilità, godetevi i Red Riot dal vivo, sempre che riusciate a sopravvivere al circle pit che potrebbero innescare con la loro indubbia carica rivoltosa.
Franco Brovelli