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Drive Through

TrackList
- Shameless
- Afraid To Be Myself
- Nothing To Live For
- S.O.S. To God
- Strange Freedom
- The Repentant
- Inferno
- Let Me Go
- Drive Through
- Sex Perfume
- Cielo
ENRICO SARZI - Drive Through
(2017 - Street Symphonies Records)voto:
Album di esordio per Enrico Sarzi che dopo 13 lunghi anni di collaborazioni (cantante e paroliere per i Midnite Sun e due cd all'attivo, una esperienza di prestigio con il Moonstone Project ed una partecipazione speciale con i Shining Line) decide di dare alla luce questo “Drive Through” vedendo così realizzato il proprio sogno. Devo dire che le ultime uscite promosse da Atomic Stuff e giunte sotto le mie mani sono di ottima fattura.
Il gruppo della Burning Minds piazza sicuramente un altro bel colpo: ottima registrazione per questi 11 pezzi suonati con padronanza e maestria tecnica.
Dopo vari ascolti si è insinuata nella mia sciagurata mente, freddo e desolato campo di battaglia per i pochi neuroni sopravvissuti, una domanda secca: “cui prodest?”
A scanso di equivoci il cd proposto è ottimo, interpretato da musicisti che nel genere sanno il fatto loro e dimostrano abilità, perizia e conoscenza approfondita ognuno del proprio strumento; ma proprio qui sta il punto: a chi giova un capolavoro simile? Sicuramente un giovamento sonoro immediato è ricevuto dalle nostre trombe di Eustachio e dal nostro apparato celebro/emotivo.
Ed allora dal profondo delle tenebre della mia scatola cranica perennemente fra le nuvole, si materializza spettralmente una questione: cosa realmente ci spinge, ci invoglia, ci rode dentro fino a al confine dell'avventura come fossimo provetti Ercole, in una fatica così palesemente immane? Eh sì perché dato il risultato non si può non parlare di fatiche, di sacrifici, di discussioni in sala prove, di programmazione, di ore rubate a chissà quali attività. Perché, quale forza oscura interiore ci richiama, ci avvolge come la coda di un diavolo velenoso, ci incatena in questo puerile tranello che ci ri – mette in gioco affinchè ci sia disvelata una sorta di mania paranoide fintamente edonistica tendente all'affermazione di noi stessi, al tentativo di lasciare un segno tangibile, una testimonianza terrena delle nostre elucubrazioni mentali/affettive? E' soltanto un salto nell'ignoto, nel magma, nell'universo musicale, un salto sforbiato nel buio sospinto e caricato dalla nostra misera ed effimera vanità? Un epicuresmo sfrontato, sfacciato e volgare come ultimo elemento di un apparire transitorio e quotidiano funzionale pertanto al nostro desiderio di affondare artigli e denti su questa bistratta Terra? Forse il nostro Enrico più semplicemente, ma non banalmente, ha percepito un intimo bisogno di raccontarci circa le scorribande sue, di comunicarci i suoi personali viaggi entro l'animo umano attraverso la sua bongioviana (ultimo periodo, per intenderci, del biondo americano) voce. Poco importa se dopo svariati asolti il commento potrà essere :”l'ennesimo cd suonato, registrato e realizzato ad hoc che finirà nell'oblio della musica nostrana. Poco importa se il cd risulta essere l'ennesima goccia di una infinita produzione discografica di tutto il globo terracqueo; sappiamo benissimo quanto possa valere una emozione rinnovata come quella di fronte allo spettacolo del medesimo mare, lo stesso specchio d'acqua che si incastra nello stesso eterno orizzonte; un rinnovamento emozionale dato dal susseguirsi delle onde una sempre diversa dall'altra.
Enrico Sarzi, che qui si cimenta anche con la chitarra acustica, insieme a Marco Micolo alle tastiere, a Alessandro Mori alla batteria, a Marco Nicoli al basso e a Cristiano Vicini alla chitarra elettrica, ci offre una prova di maturità, una sintesi ideale, un ponte fra due rive di un fiume con le piene improvvise create dai riferimenti a passaggi sussultori alla Dream Theater, accenni e riferimenti velati ai migliori Queensryche dei bei tempi andati.
A mio modesto avviso nella title track, supportata dal video relativo godibile su Youtube, si può scorgere uno scivolamento in una banalizzazione testuale dei temi trattati, quali della violenza e del relativo conseguente apparire, molti crudi e drammaticamente attuali. Con “Strange Freedom” si capisce immediatamente che l'episodio precedente è esclusivamente un incidente di percorso, un inciampo, come quelle sconfitte che giungono al novantesimo di una partita, unico errore di un campionato dominato dalla prima all'ultima giornata. Dopo l'arpeggio iniziale, struggente e sospeso in una atmosfera vitrea, le dinamiche musicali si insinueranno nelle piaghe purulenti della nostra emotività malata, sofferente edecadente portandoci ai confini di terre lontane, inesplorate e serene.
Il cd si chiude con “Cielo” unico pezzo in italiano, dove emergono prepotentemente le qualità e le capacità canore del Sarzi che qui viene acompagnato unciamente dal pianofrote di Alberto Valli e dalla voce soave di Luciana Buttazzo, dimostrando, il Sarzi, semmai ce ne fosse stato bisogno, di come riesce a trovarsi a proprio agio con la lingua madre.
In Italia abbiamo numerosi prodotti assai validi; non serve necessariamente rivolgersi al mercato estero.
Leonardo Tomei