Nuova uscita per i ragazzi bergamaschi, che dopo 3 anni dalle fatiche di “Natural Selection” si abbandonano al groove metal dopo un inizio di carriera prettamente improntato sul black metal sinfonico.
Il disco e' prodotto da Jaime Gomez Arellano (Paradise Lost, Ghost, Cathedral), che indovina subito il mix sonoro, facendo uscire i ragazzi con una botta allucinante a livello strumentale che forse vanno un po' a pagare in termine di espressione vocale che risulta in alcuni momenti essere quasi soffocata dagli strumenti e non esce come dovrebbe.
Peccato sicuramente la pasta sonora e' quella corretta, con qualche piccolo accorgimento si sarebbe veramente potuto far decollare a livello di produzione questo disco che comunque alla fine, risulta piu' che ascoltabile.

Tutte le canzoni si ripetono e hanno in comune la struttura che poi va a esplodere nel groove centrale/ cavalcata finale del brano in questione, uno schema che per quanto magari possa risultare un po' ripetitivo e' sicuramente vincente e riesce a fornire al gruppo la botta necessaria per far sanguinare le orecchie dell'ascoltatore.

I brani si susseguono, potenti e melodici strizzando l'occhio all' hard rock e al thrash moderno in brani come la Title track "A Bad Mess" e "Hate My Name"

il disco e' suonato con molta attenzione con soli veloci e curati, senza far perdere mai la tensione all'ascoltatore in alcuni punti come in "Crawling in the dust" si rasenta la crudezza vera e propria.
Insomma un disco che non potra' non piacere gia' cosi' agli amanti del genere e sicuramente una conferma da parte di questi ragazzi.

Se con il prossimo lavoro si riuscira' a uniformare la marea di buone cose ascoltate con piu' cura per alcuni particolari, sono sicuro che il risultato ne sara' ulteriormente e totalmente qualitativo.
Bravi ragazzi!!!
 

May