Un tocco melodico di gusto apre il nuovo dei Lahmia, 'Resilience', bell'abum di melodic death metal.

Da subito i suoni molto possenti, forse troppi alti nella registrazione ma son gusti, mettono in chiaro la professionalità che il gruppo ha messo in fase compositiva e di registrazione.

'Elegy for a Dying Sun' ha tutti gli elementi scandinavi, dalle melodie ai ritmi mai stantii, attraenti per l'ascoltatore, che rendono fluido lo scorrere del brano. Granitico e su ritmi ben sostenuti 'Her Frantic Call' è una vera mazzata sul grugno, per poi riprendere le linee melodiche del brano precedente, dando continuità all'album. Belli gli inserti slow e acustici, le strutture ben curate dei brani, il songwriting in generale e una certa personalità.

'Divide et Impera' sale progressivemente di tono, fino a sciorinare bei riff massicci, alternati sempre a parti molto melodiche, marchio di fabbrica della band.

Le chitarre hanno un bel voicing, si sente proprio in 'The Frayed Lines of Time' divisa tra tempi moderni e groove ben fatti in modo da rimanere in testa.

Evocativa nel suo incedere 'Void of Humilation' ci trascina in un turbine di melodie e dissonanze, così come la successiva 'The Age Of Treason' ricorda a pieno i maestri del Gothenburg Sound. Quest'ultimo si sviluppa su trame più intricate, dai rallentamenti agli improvvisi colpi di mitragliatrice fatti dalla doppia cassa.

Ci avviamo verso la fine dell'album, in cui 'Limitless' da una bella accelerazione, prima dell'epilogo con 'Existential Vastness', la più introspettiva di tutte le canzoni qui presenti, che non disperde le caratteristiche della band ma le concentra in un brano dalle tinte chiaro scure.

 Per gli amanti del death metal melodico, da avere!

Alex G.