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Greyerg

IN AUTUMN - Greyerg
(2018 - Autoprodotto)voto:
Tra il precedente lavoro ‘Unborn’ e questo ‘Greyerg’ sono trascorsi circa cinque anni, periodo in cui i vicentini In Autumn hanno dovuto affrontare l’abbandono da parte del cantante Alessandro e un infortunio capitato al chitarrista solista. Due eventi importanti che hanno costretto i componenti della band a una pausa forzata, mentre ‘Unborn’ si e li faceva conoscere, raccogliendo il suo buon numero di consensi. Io stessa mi occupai di parlarvene e lo feci con entusiasmo e grandi aspettative per il futuro: mi fa molto piacere scrivere del nuovo lavoro del gruppo e soprattutto sono contenta di notare che Cristian è tornato ad imbracciare la chitarra. La formazione è quindi quasi interamente così come l’avevo lasciata, a parte la new entry alla voce costituita da Edoardo.
Mi fu difficile nel 2013 affibbiare delle etichette specifiche al gruppo e mi viene un po’ da sorridere mentre mi rendo conto di non esserne in grado nemmeno ora: agli In Autumn piacciono tante cose, in particolar modo quelle melodie malinconiche di cui i paesi nordici sono dei veri e propri maestri. Tra le influenze sono citati infatti Katatonia, Opeth e Ghost Brigade tra i vari, anche se è innegabile un tocco di progressive e un’ispirazione tutta post-metal (provate ‘Empty Eyes’!). Nello specifico, nella voce di Edoardo – che me ne ricorda molte ma in particolare quella del cantante dei Klone, un gruppo francese - troviamo una foga e un timbro graffiante che danno un’inaspettata botta di energia a delle melodie che sì, sono senza dubbio sui toni del grigio come la copertina del disco, ma non per questo privi di un certo desiderio di spaccare il mondo. Il tocco di novità portato da Edoardo emerge immediatamente nel primo brano ‘White Hand’ e trova il modo di colpire in modo più intenso con ‘Pillars’.
Una linea vocale che si ripete e nonostante tutto non annoia in ‘Your Room’, mentre è in ‘My Day’ e ‘Home’ che si solleva un po’ di doom in più, quello che negli altri brani resta più in disparte e non emerge mai con prepotenza. Sia la voce che gli strumenti si prestano ad accentuare, a turno, tutte le influenze da cui i brani prendono maggiormente ispirazione: è impossibile prevedere su cosa si concentrerà il brano successivo ed è questo il punto di forza di ‘Greyerg’. Non ci sono discontinuità di nessun tipo anche se va detto che a un primo ascolto il disco può risultare – anzi, risulterà sicuramente – di difficile assimilazione, così come il suo predecessore. Probabilmente starete lì a chiedervi di che genere si tratti e appena crederete di aver capito vi ritroverete ad ascoltare la canzone seguente e a stare punto e a capo.
Gli In Autumn fanno quello che vogliono, mischiano qua e là elementi melodeath a linee vocali a volte graffianti, altre melodiche e più sottovoce. Se saprete accettare questi toni cangianti, ‘Greyerg’ vi piacerà senz’altro. Nonostante i cambi di formazione le intenzioni musicali sono rimaste le stesse, il che vuol dire che probabilmente anche parlare del prossimo disco si rivelerà più difficile del previsto: non è un problema, non mi farò trovare impreparata.
Elisa Mucciarelli