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Fist of the Seven Stars Act II (Hokuto Brothers)

TrackList
- The search of water bird
- Cobra clan
- End of Cobra
- I see again
- Scream my name
- Miracle land
- I'm a genius
- Looking for your brother
- Myth of Cassandra
- Reunion
- Legend of fear
- King of fist
- Heart of madness (bonus track)
GABRIELS - Fist of the Seven Stars Act II (Hokuto Brothers)
(2018 - Rockshots Records)voto:
Partiamo con una notizia che farà storcere il naso a molti di coloro i quali leggeranno questa recensione. Sono completamente all'oscuro di tutto ciò che riguardi il mondo targato Hokuto no Ken! Ciò detto ritengo che questo album meriti tutta l'attenzione possibile anche da chi, come il sottoscritto, sia completamente avulso dalla saga creata da Tetsuo Hara.
L'album contiene un caleidoscopio di generi, seppure il prodominante sia il metal degli anni '80 con tastiere onnipresenti ed a volte ridondanti. La produzione non rende merito alle sonorità del disco e questo ci lascia un pò delusi.L'inizio è un pò sottotono, "The search of the water bird" infatti pare più un esercizio estetico atto a far intendere come il livello dei musicisti chiamati a collaborare a questo progetto (una sorta di "Italico Avantasia") con una serie di soli dei vari strumenti che, sebbene si facciano apprezzare per stile e virtuosismo lasciano parecchio il tempo che trovano. Fortunatamente il disco si sviluppa poi su canali ben differenti. Atmosfere AOR contaminano i primi brani, le tastiere predominano e a volte surclassano le chitarre, i cori in "End of Cobra" danno un tratto epico al brano. Siamo in piena atmosfera '80th.
Come premesso non conosco la saga di cui Gabriels tratta in questa seconda parte di quella che pare sarà una tetralogia e, quindi, non mi addentro in una analisi comparativa tra musica e manga. I brani scorrono piacevolmente, senza, in verità, impressionarmi troppo... "I see again" è una ballad che, grazie all'utilizzo del pianoforte dimostra di avere una marcia in più rispetto alla maggior parte dei brani presenti. L'assolo di chitarra ci regala qualche brivido e la voce femminile di Beatrice Bini (voce di Constraint e Chocobo Band), dona un'aura drammatica e carica di pathos.
Si prosegue tra alti e bassi fino ad arrivare a "Myth of Cassandra" episodio di assoluto di valore dove tutto sembra essere al posto giusto. Certamente uno dei pezzi migliori di questa rock opera. Si scivola poi in "Reunion", dove l'introduzione al piano regala momenti decisamente intensi. lo sviluppo del pezzo è quello di una classica ballad, dal sapore power.
Si viaggia poi verso il finale senza infamia e senza lode, fino a giungere alla bonus track "Heart of madness", cover del brano contenuto nel lungomentraggio del 1986. Una rivisitazione ben riuscita e sentita. In definitiva l'album si ascolta bene, certamente i cultori di Hokuto no Ken avranno qualche motivo in più per darsi all''ascolto di questa seconda parte dell'opera imbastita da Gabriels ma, come sottolineato in precedenza, l'album è più che fruibile a tutti gli amanti del genere power/symphonic.
Gigius