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Strife

TrackList
- Trapped In My Fate
- Act 1
- Anguish
- Amethyst
- Stab My Mind
- Awakening
- Lips Of An Angel
MADDOX - Strife
(2017 - Autoprodotto)voto:
Nati nel 2012 in un posto non precisato fra Venezia e Padova, dopo varie esperienze live, cambi di formazione ed una sana e buona gavetta i Maddox sfornano a fine dicembre del 2017 questo primo lavoro.
Questo cd autoprodotto è composto da sette pezzi che sottolineano la freschezza della giovane età: molto potenti, molto dinamici e in più suonano molto e decisamente attuali.
Le sonorità delle due chitarre, quelle di Favero e Barbiero, sebbene pagando un grosso contributo a Zakk Wylde, riescono a trovare una loro linea descrittiva traendo linfa vitale da intrecci e passaggi più moderni di quelli del barbuto statunitense. L'atmosfera che si respira oscilla vacuamente tra il vecchio, un antico, un pendolare rimando ed il nuovo, un nuovo non statico, il nuovo che è lì a portata di mano un nuovo con lo sguardo verso il futuro; ogni traccia strizza l'occhio alle composizioni odierne senza però dimenticare da dove si proviene a livello musicale.
Si parte con "Trapped In My Fate" un mid tempo di una pesantezza piacevolissima. La voce di Ferrara arriva a confini oltre le colonne in un non spazio ove se ci fosse la possibilità di fermata potremmo scorgere supponenti, compiaciuti e leggermente paternalistici Patton e Tate. Una canzone fatta di chiusure e aperture,, un continuo andirivieni tra calma e kaos, il tutto ben orchestrato
L'introduzione di "Act 1" è presa in prestito dalle partiture di Malakian dei System Of A Down. Anche in questo caso la traccia è molto ascoltabile, non ha sussulti particolari ma si sente che tutto fila liscio, ben oliato, senza sbavature; non vi sono orpelli stilistici o passaggi tecnici che facciano gridare al miracolo o a chissà quale innovazione, ma si sente la cosa giusta al posto giusto. Un po' come quel calciatore che ha di media un bel sei e mezzo, gioca facendo il compito affidandogli senza strafare ed infarcendo di quando in quando la propria partita di una bella giocata. Anche gli stacchi del basso di Zattin, oltre che supportare dignitosamente il grande lavoro alla batteria di Biason, sono puntuali e precisi con poche note suonate con gusto.
Evitando di rovinarvi la sorpresa, tralascio il commento sugli altri pezzi; mi soffermo sul fatto che mi auguro che gruppi come i Maddox riescano ad andare avanti con smisurata spensieratezza, rinnovabile energia e con quella voglia di mettersi in gioco che contraddistingue le persone vogliose di novità e desiderose di sperimentazioni. Questi cinque ragazzi veneti hanno saputo mischiare bene le carte di un recente passato sonoro mai domo e scevro di complessità, quel metal alternativo che nella accezione del termine può avere soltanto qualche differenza di distinzione tecnologica, con quelle carte impachettate e pronte all'uso di un prestigiatore abile che sta vivendo il momento attuale sulla corda dell'imprevedibile. L'unica pecca è la canzone che chiude il cd, "Lips Of An Angel", troppo "radio oriented" per i miei gusti, troppo (cioè che va oltre le misure dettate precedentemente) leggera, troppo pop - rock diciamo, un passo indietro rispetto alle altre composizioni; comunque non va ad inficiare l'ottimo lavoro generale.
Rimaniamo in attesa con molta curiosità della seconda uscita su cd.
Leonardo Tomei