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Anguish Force

TrackList
The Impact
11 September
Maiden Of Iron
Space Station 074
The Legend Of Thunder
Cause Of Death
The Way Of The Warrior
Tha Pharaoh's Grave
Return To The Mountain
Vampire
ANGUISH FORCE - Anguish Force
(2003 - Autoprodotto)voto: 6.5/10
Dopo lo spazio dedicato agli Anguish Force prima con la recensione dell'ultimo album e poi con l'intervista al leader e chitarrista LGD, inizia un'opera di “riesumazione” storica del vecchio materiale discografico. Primo full-lenght della band bolzanese è l'omonimo 'Anguish Force', risalente al 2003. Da segnalare la presenza in formazione di Thomas Grotto, già batterista di Skanners e Feline Melinda, impegnato qui al microfono oltre che dietro alle pelli.
Lo stile degli Anguish Force nel 2003 era a grandi linee già simile a quello odierno: un compatto heavy metal di base, sovente marchiato da sferzate speed, ora più improntato ad un thrash metal tradizionale, ora più vicino alle cavalcate tipiche del power teutonico, sempre venato da svariate influenze provenienti da un'ampio panorama.
Quello che però risulta diverso dagli Anguish che conosciamo oggi è una scarsa maturità in fase compositiva: molti brani appaiono acerbi, non perfettamente delineati, deboli nelle architetture, talora un po' stancanti. È il caso dell'effettiva opener '11 September', o degli oltre dieci minuti di 'The Pharaoh's Grave', piuttosto fiacchi ed assolutamente incapaci di competere con la ben più recente 'Hckainos', ben più lunga ma comunque più avvincente e riuscita. Certo, la mancanza di un singer di ruolo è indubbiamente complice, dato che spesso sono le linee vocali a risultare non del tutto convincenti.
Va detto, del resto, che non mancano episodi più positivi e promettenti: 'Space Station 074' ha un impatto killer, così come la veloce 'Return To The Mountain', quest'ultima non perfetta nel chorus ma molto interessante nelle strofe e nelle melodie del solo centrale. Buona pure la conclusiva 'Vampire'.
Insomma, se si trattasse di una band esordiente a questo punto farei i soliti discorsi su capacità di miglioramento, delineazione di uno stile personale ecc., ma visto che di acqua sotto i ponti ne è già passata mi limito a consigliare questo disco solo ai fans interessati a scoprire le origini della band.
Francesco Salvatori