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La Rivoluzione Del Giorno Prima

TrackList
- Intro
- Le Cose Succedono
- La Rivoluzione Del Giorno Prima
- Resurrezione Show
- Milano Muori
- Jim Jarmusch
- Cortina
- Autunno
- Buonanotte
RITMO TRIBALE - La Rivoluzione Del Giorno Prima
(2020 - Bagana Records)voto:
Ebbi modo di conoscere, con relativo ritardo, i Ritmo Tribale nella primavera del 1991, se la memoria non mi tradisce, mentre sfogliavo gli lp tra le novità del mio negozio di dischi di fiducia della mia città (Corsini dischi R.I.P.), vidi la copertina dell'ep omonimo e decisi di acquistarlo a scatola chiusa. All'epoca non c'erano internet e you tube, e la musica si comprava per istinto o per le recensioni che rigorosamente leggevamo nelle riviste di settore dell'epoca. Nonostante i Ritmo Tribale non fossero una band heavy metal, fu amore a prima vista, brani come 'Ti Detesto'e 'Is' Vara' hanno rimbombato per anni nel mio studio, da allora fu una ricerca continua ai dischi precedenti e la possibilità di vederli live, cosa che accadde almeno 10/12 volte nel giro di 4/5 anni. L'energia profusa sul palco anche se non era una band metal era pari se non superiore, diciamolo chiaramente: sono stati il mio grande amore extra metal/punk e trovarmi a 21 anni di distanza dall'uscita di 'Bahamas' a recensire il loro ritorno è per me un grande onore.
La formazione milanese, vede sempre protagonisti Andrea Scaglia (voce, chitarra), Alex Marcheschi (batteria, percussioni) , Fabrizio Rioda (chitarra), Luca 'Talia' Accardi (tastiere) e Andrea 'Briegel' Filippazzi (basso).
Lontani sono, purtroppo, i tempi di 'Kriminale' che per me resta la vetta massima della loro discografia, ma appunto il tempo passa e nonostante tutto e tutti siamo ancora qua. Dedico questa recensione al mio grande amico Ariase Barretta (scrittore di fama internazionale), che li ama quanto me e che qualche anno fa mi regalò lo splendido libro 'Uomini', la storia dei Ritmo Tribale e omonimo titolo di una delle loro canzoni più belle.
Dopo una intro abbastanza eloquente, affidata al celebre film 'Indagine su di un cittadino al di sopra di ogni sospetto' e al mai troppo ricordato ed immenso attore Gianmaria Volontè, 'La Rivoluzione del Giorno Prima' parte con 'Le Cose Succedono', rock duro e crudo con venature punk dal ritmo serrrato che vede un' Andrea Scaglia in forma smagliante alla voce, testo molto bello come del resto tutta la discografia del quintetto milanese ha sempre avuto. Siamo partiti alla grande dunque e la title track, sia pure a tratti più melodica, sublima questa affermazione, i Ritmo Tribale ripartono molto più forti di come li abbiamo lasciati, su 'Bahamas' forse gravava ancora la dipartita di Edda, ma ora questo è solo un lontano ricordo, la band è più viva e forte che mai. "Non mi ricordo quello che ho promesso, ma tanto non manterrò", anticipa la parte finale del brano, potente, dura, cattiva come deve essere nel cammino di una band che per troppo tempo è stata assente ma che ritorna con una voglia di spaccare tutto sopra la media. Micidiale l'accompagnamento delle tastiere e il Ritmo veramente Tribale imposto dal drumming di Alex Marcheschi!
'Resurrezione Show' è una cover dei Killing Joke adattata perfettamente alla nostra lingua con un testo veramente forte. La canzone è un post-punk marziale che non fa prigionieri, sette minuti di sonorità aggressive, opprimenti e selvagge. L'incalzante 'Milano Muori' è una dedica alla propria città con tutti i suoi difetti e pregi, da amare così tanto da desiderarne la morte. Per i più attenti troviamo anche un rimando nel testo a 'La Città', brano inserito in 'Kriminale'. Grande lavoro di chitarra con il duo Scaglia/Rioda sugli scudi come ai vecchi tempi.
'Jim Jarmusch' è un brano alternative/indie post punk o come cazzo volete voi, per me è una song brusca, dissacrante con ritmo frenetico, può ricordare qualcosa uscito un paio di decenni fa dalla produzione dell'altra band di punta di quel movimento milanese, che non nomino.
Sperimentazione in 'Cortina' con la collaborazione di Escape-Ism alias Ian Svenonius, conosciuto rocker americano passato all'electro-pop minimalista, che rende questo brano fuori dal coro e dal contesto dell'album stesso, il tutto accompagnato da un testo decisamente malvagio, esperimento da ascoltare più volte.
L'intro soave di 'Autunno' ci fa strada verso un sound rock/grunge che ci riporta ai primi anni 90, e fa da apripista alla ciliegina finale, la riproposizione in versione acustica (voce e pianoforte) di 'Buonanotte' una delle punte di diamante di 'Mantra', l'album più conosciuto dei Ritmo Tribale. L'intensità e le emozioni create da questa song sono tali da non dimostrare i suoi 26 anni, splendida l'interpretazione di Andrea. "Scegli l'isola della luce/O una vita nelle stelle/La massima aspirazione / Per chi non vuole più saperne".
Un ritorno perciò che ha smosso emozioni e vibrazioni in me, che sono come dicevo ad inizio recensione, un fan sfegatato dei Ritmo Tribale. La classe e la professionalità sono la parte eccelsa di questo album, una band solida, concreta, con le idee ben chiare, non un mero sguardo al passato, ma un presente forte e carico di dignità musicale ed umana, unita a tanta sostanza. Speriamo solo che ci sia anche un futuro, ma le premesse ci sono tutte, grande ritorno!
Klaus Petrovic