Già conosciuti su questa pagine virtuali con la prima incarnazione datata 2011 (Omonimo ep)  i patavini Buena Madera risorgono in questa formazione a tre nel 2017 e tornano a pubblicare un Ep in questo anno così difficile per tutti noi, proponendoci sei brani che saltano dallo stoner al prog con l'agilità di una gazzella.

I punti di riferimento vanno da, riprendo dalla loro bio, Black Sabbath, Melvins, Mastodon e Tool, ed effettivamente così è. L'Ep registrato live al Vacuum Studio di Bologna dalle sapienti mani di Enrico Baraldi (Ornaments e fonico degli Zu) pone l'attenzione su suoni potenti, a tratti melodici ('Fase') alternati a graffianti chitarre ('Tebe') ma sempre sotto un maestoso tappeto sonoro. Lo stoner che si confonde nel prog (i due generi sono suonati al limite di quello che conosciamo, sfociando più spesso nel noise) )sembra aumentare l'impatto di ogni brano, la voce distorta a tratti psichedelica avvolge e stritola come un boa, la follia urlata urta il sistema nervoso. 

Folia che esplode nella allucinante 'Spia', canzone che non ha rivali e non fa prigionieri, la più infernale dell'Ep! Non da meno l'esasperata 'Ogni', dove la partte noise psichedelica emerge incontrastata, sembra esserci un momento di calma nella successiva 'Mola', ma l'illusione dura pochi secondi, il muro sonoro riparte feroce alternadosi comunque in fasi meno colleriche.

La fine di tutto è affidata a 'Cata' forse la più progressive nell'intento del trio padovano, ma sempre con l'anima stoner che impatta fortemente nell'ascolto. Esco con un mal di testa non indifferente dall'ascolto di 'Zero', ma ne vale la pena. 

Gary Stone