Ricerca
Contattaci
Per segnalare concerti o richiederci una recensione delle vostre band, scriveteci compilando il modulo in questa pagina
Accesso utente
Chi è on-line
Rehumanize

TrackList
- Killjoy
- Raving Lane
- Saint Hypatia
- The Art Of Silence
- Life Is The Cause
- I'm Yours
ION OF CHIOS - Rehumanize
(2020 - Revalve Records)voto:
La band fiorentina capitanata da quella mente in perenne movimento che è dentro la testa di Paolo Depa, vede la propria nascita nel 2008 e, dopo un ep e i soliti cambi di formazione, giunge dopo l'estate a fare uscire questo primo full - lenght.
La traccia iniziale si apre con un giro di basso con un sound molto metallico che potrebbe alludere a delle sonorità assai pesanti, ma l'entrata delle tastiere ci rimanda subito a tutt'altre atmosfere. Un canzone dai mille passaggi, dagli incalcolabili cambiamenti dove si può percepire del flavour di prog inglese, qualche accenno ad un certo tipo di prog metal più moderno, e dove si riesce anche a passare attraverso a dei pertugi zappaniani oscuri ed impervi. In effetti nelle note di accompagnamento alla biografia il nostro cantante spiega a chiare lettere che il titolo della canzone rimanda ad una figura di guastafeste, quella figura che rovina i bei momenti o i piani che abbiamo creato. Tutta la song corre su binari paralleli proprio come se fosse un viaggio mentale, un pensiero soggettivo nella società odierna e sui nuovi valori a cui dobbiamo credere.
"Raving Lane" ha un impatto decisamente più duro rispetto all'episodio precedente: qui prevale il flusso continuo, un loop esistenzialistico che ti blocca il fiato e ti mette con le spalle al muro e ti getta in un conflitto interiore dove sei costretto ad affrontare la vacuità della quale questo mondo è pieno. Interessante il pre finale trasognato (o trasognante) dove la chitarra insegue Steve Vai o forse vorrebbe interloquire con Satriani.
Il terzo pezzo si apre con una digressione fra pianoforte e chitarra dai toni tendenzialmente imperiosi, lasciando spazio subito dopo alla narrazione dettata da un cantato che occasionalmente ha del didascalico: ma questo, secondo me, mi giunge in cotal modo perchè, come spiegato dallo stesso autore, l'intenzione è stata quella di volere celebrare un personaggio storico come Ipazia e quindi, dopo aver raccolto tanto materiale, ha voluto dare al testo e alla linea melodica un taglio cinematografico quasi da colonna sonora per un kolossal epico.
"The Art Of Silence" rimanda ai Fates Warning per una certa ricerca di soavità musicale, ma anche in questo caso la band riesce a produrre una contrapposizione fra il silenzio (se fosse stato presente Wittgenstein avrebbe molto gradito) ed il suo alto valore spirituale, ed il continuo parlare, quel cicaleccio verboso fine a se stesso.
Abbastanza lineare (se possiamo adottare questo termine associandolo a tale genere musicale) è il penultimo pezzo dove si possono percepire i Queensryche, quelli più maturi, mischiati con le lezioni classiche impartite dai Dream Theater.
Il cd si chiude con la classica love song che narra di una unione che dopo tanti anni giunge al termine: la struttura del pezzo è semplice, a volte rasenta l'orchestrale, tagliente ed efficace. Il cantato è partecipato, emotivo ed occasionalmente affiora quella giusta nota di tristezza, quel senso di pacata solitudine; secondo me questa è la migliore interpretazione del singer originario di Pieve di Cadore su tutta l'opera.
Leonardo Tomei