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Chaos Machine

TrackList
- Faceless
- Black Mud
- Suffered Defeat
- Frozen Prison Cell
- Deadline
- System Failure
- The Terror
- Shitstorm
- No God In Kolyma
- Devoured
ENEMYNSIDE - Chaos Machine
(2019 - Rockshots Records)voto:
I thrashers romani hanno registrato circa un anno fa la loro quarta fatica in studio, a corollario di una carriera pluriennale che ha visto gli albori circa 27 anni orsono. Nati per volontà del chitarrista/cantante Francesco Cremisi con il nome di Scapegoat, nel 1999 con un demo all'attivo, si decide il cambio nell'attuale moniker. Non propriamente un fiume in piena per quanto riguarda la produzione, il combo capitolino è stato molto attivo invece nel sapersi proporre on stage. Ha diviso il palco sul territorio nazionale con nomi del calibro quali Dismember, Tankard, Behemoth, per fare qualche esempio in ordine sparso. I nostri hanno anche spesso oltrepassato i confini andando a portare il verbo tricolore nelle gelide terre scandinave riscuotendo un discreto successo sia di critica che di pubblico. Riescono persino a sbarcare in suolo statunitense nel 2012 per partecipare all'edizione invernale del NAMN a Los Angeles. Dopo una parentesi di inattività, la band riprende a calcare le scene europee per promuovere il nuovo materiale.
Quello che viene qui proposto è un robusto, diretto, inossidabile ed essenziale Thrash figlio della tradizione teutonica e di quella forza dirompente di nomi tipo Sodom e Destruction.
Poco spazio alla melodia, romanticamente intesa, qui si tratta seriamente con gli abissi della atonalità, si pratica liberamente la tonalità allargata, seguendo le lezioni delle svolte storiche modali e politonali della armonia. dal punto di vista delle forme vi è una sorta di riscossa della musica strumentale in contrapposizione ad una certa tendenza di un sonatismo classico - romantico con l'attitudine ad un vacuo sinfonismo fine a se stesso.
Appare qui in controluce la lotta dicotomica di due forze essenziali, l'una, il sogno di una incantata bellezza, l'altra la distruzione di questo sogno, il suo insensato e inevitabile destino di morte.
A mio modo di vedere la band ha messo in atto un processo di semplificazione, graduale e continuo nel corso di studi esperienziali, di certi assiomi strutturali che nel susseguirsi del tempo si sono problematicizzati perdendo la loro inziale foga e forza di impatto sonoro, onirico e fantasmagorico; un processo che ha portato certe produzioni ad una vasta e macerata calma della musica di oggi. Se mi si concede una apertura digressiva poetica, posso dire che durante l'ascolto del cd si parte da un colorismo strumentale e ritmico (ciò non significa una disgiunzione dagli aspetti tematico testuali) mobilissimo per arrivare a un senso disteso di pianura solo confinata dal più lontano orizzonte ove la terra si confonde col cielo. Sebbene immersa in un impegno di modernità al passo coi tempi, la band artisticamente è formazione isolata, al riparo dalle mode e dagli esperimenti internazionali.
Liberi dalle catene concettuali stilistiche, appaiono come un satellite, una monade solitaria nell'universo attuale musicale, fuori da ogni schema e scevri di sovrastrutture temporali, quasi che ci fosse un desiderio di inespressività dato da quel antico tendere verso un infinito vuoto e privo di ogni riferimento temporale.
Leonardo Tomei