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The Moral Scenery

TrackList
- Reminiscent
- Death's Cold Lifeless Sound
- Faithless
- Thunderquake
- Transcending Pt.1: Deceiver
- Transcending Pt.2: Stillness
- Transcending Pt.3: Defiler
- The Moral Scenery
- Clarity
LINING REDOX - The Moral Scenery
(2020 - Autoprodotto / Wanikiya Record/Promotion)voto:
'The Moral Scenery' è la prima prova sulla lunga distanza per i progressive metallers Lining Redox, recente formazione padovana composta da giovani musicisti che, in un paio di anni e vari cambi di line-up, ha trovato nella soluzione a sei componenti la propria forma ideale. Nel loro curriculum i nostri mettono la partecipazione a diversi contest tenutisi nella loro zona di provenienza e, addirittura, una partecipazione al Sanremo Rock come finalisti; una cosa che ha fatto sentire giovane anche me, quando a Sanremo ci andavano i Saxon e i Bon Jovi e il buon Giovanni Bongiovanni, invece di cantare in playback 'You give love a bad name', si limonava una tipa della prima fila...
Torniamo però a parlare dell'opera del combo fondato dai chitarristi Rayan Resuli e Mattia Rodella, il primo dei quali ha curato anche le registrazioni del disco, lavoro che, a parte alcuni casi in cui la batteria risulta un po' “cibernetica”, rende e fa capire le capacità dei singoli componenti e le potenzialità della band. Una piccola pecca è il concept, che se fosse stato un po' più forte e meno generico avrebbe sicuramente giovato alla resa complessiva dei pezzi, che sono comunque ben costruiti, vari e ben suonati.
Le influenze citate chiamano in causa i numi tutelari del genere (Dream Theater, Symphony X, Opeth), i Metallica e gli andorrani Persefone (di cui colpevolmente ignoravo l'esistenza..) e il risultato è un progressive metal molto vario anche se in alcuni casi perfettibile. A volte alcune soluzioni risultano un po' acerbe, ma la band è capace però di far venire a galla anche ulteriori umori: bello lo stacco semi-acustico di “Death's Cold Lifeless Sound” che mi ha ricordato ben altro progressive, quello italiano degli anni settanta e che riscatta un inizio un po' troppo dissonante per i miei gusti.
Mi piace il ritornello della successiva “Faithless” che, insieme all'assolo, ha delle reminiscenze maideniane che ho apprezzato. “Thunderquake” prosegue nel proporre un ritornello altrettanto accattivante e un ottimo assolo del tastierista Gianluca Minto, il cui lavoro, per tutto l'album, crea un buon contraltare alle chitarre.
Introdotta dal solo piano e dalla voce di Matteo Mancini parte “Transcending”, brano tripartito molto convincente che è il fulcro di tutto il disco e che nella sua varietà e freschezza dovrebbe essere la traccia da seguire per il futuro della band: l'obbiettivo di catturare l'attenzione dell'ascoltatore è colto in pieno anche nei suoi quasi 25 minuti complessivi di durata. Bravi, thumbs up.
Chiudono il disco la title track “The Moral Scenery” altro buon pezzo, forse un po' convenzionale, ma impreziosito da un buon comparto solistico e il frammento “Clarity". Una band da riascoltare quindi, capace di un buon margine di miglioramento a livello di songwriting, ma che già in questa prima uscita mi ha fatto sicuramente una buona impressione, vista la perizia dei suoi componenti.
Cristian Angelini