Ricerca
Contattaci
Per segnalare concerti o richiederci una recensione delle vostre band, scriveteci compilando il modulo in questa pagina
Accesso utente
Chi è on-line
I'm Gold, I'm God

L'ALBA DI MORRIGAN - I'm Gold, I'm God
(2021 - My Kingdom Music)voto:
Fermi da tantissimi anni, l'album d'esordio risale al 2012, ritornano dopo una serie di cambi di formazione quasi infinita.
Il compito di recensire questi sessanta minuti di musica mi è reso più agevole dalle note di accompagnamento della etichetta che ha lanciato questo secondo full length.
Dalla città doppia comprendente sotto suolo di presenza magiche divise chissà se equamente tra sortilegi bianchi e stregoneria nera, giungono le note tenebrose, inquietanti, sospese da parte de L'Alba Di Morrigan.
Come si legge la band è dedita ad un uso smodato di Post Metal con inserti di Gothic incastonati in un moderno Doom; scorrendo ci dicono che dentro i pezzi esistono dei momenti di pura genialità, di estrema creatività, una sorta di caleidoscopio di sonorità che fa oscillare il pendolo sonoro temporale fra passato e presente, un ticchettio che viene portato fin alle nostre orecchie grazie alla completezza ed alla compattezza del sound proposto.
Sempre a detta della etichetta questo specifico sound doverbbe enfatizzare, evidenziare, portare in superficie, far emergere dalle oscurità più profonde, gli aspetti maggiormente emozionali della musica stessa. Come un Caronte esperto ci conducono, attraverso un lungo ed impegnativo viaggio, verso le rive di luoghi inesplorati, dinamicamente ignoti, alla nostra emotività. Un nuovo mondo da scoprire ove scorgere panorami rivoluzionari e magari scoprire che i nostri cuori possono ancora sussultare.
Le atmosfere cupe comunque rimangono e permeano tutte le tracce di questo ambiguo "I'm Gold, I'm God", dove spesso ci si smarrisce dentro le tematiche sonore; servirebbe un novello Virgilio, ma siamo abbandonati al nostro misero destino di ascoltatori che, sì riescono a scorgere degli echi lontani lanciati dal passato immaginando di udire in sottofondo dei lamenti da parte dei Tool, ma che poi si perdono nelle tenebre velate.
Il cd è un grido di dolore, è un lamento sonoro che commenta il nostro tedio, le nostre infime sofferenze di grigi impiegati e burocrati dell'esistenza; una catatonia profonda, una stolidità emotiva che contraddistingue le nostre giornate di fronte ad una dissociazione di azione che si offusca ed arretra in contrasti automatici.
I dodici pezzi sono un perfetto commento di note a questa sensazione di autunno interiore, di freddo socio relazionale, di una apatia endemica: l'ultimo pezzo, in acustico, è un riassunto esegetico della profonda visione che la band ha della vita che scorre piano piano, giorno dopo giorno, dopo un ieri uguale ad ogni domani, perchè alla fine di ogni giornata rimane ciò che è rimasto di ieri e ciò che rimarrà di domani: l'ansia l'insaziabile e molteplice dell'essere sempre lo stesso e un altro. Funzioni non antidepressive ma tendenzialmente stabilizzanti dell'umore.
Leonardo Tomei