Ricerca
Contattaci
Per segnalare concerti o richiederci una recensione delle vostre band, scriveteci compilando il modulo in questa pagina
Accesso utente
Chi è on-line
Magharia

BRETUS - Magharia
(2021 - The Swamp Records)voto:
I Bretus sono una band doom proveniente dalla Calabria che, negli anni e con tanto sudore, si è meritata i tanti riconoscimenti all'interno della scena metal italiana. Questa volta ci presentano il loro quinto album intitolato "Magharia".
La musica dei nostri è occulta, magica e dalle tetre note, da ogni singolo brano, fuoriescono atmosfere inquetanti che provengono dalla vecchia scuola oscura dei grandi Maestri del passato: Pentagram e Black Widow in primis.
La disperazione malefica di "Celebration of Gloom" è l'inizio degli spaventosi presagi che questa opera ci inietta nelle vene. I riff ossessivi permettono al singer di esprimersi con tutta la sua malvagia agonia musicale e gli enigmatici arpeggi ci trasportano indietro nel tempo."Cursed Island" e "Moonchild's Dream" sanno pescare dalle grandi decadenti atmosfere dei migliori Saint Vitus. I ritmi sono ossessivi ma allo stesso tempo metallici e mai banali. Ascolto dopo ascolto ci si rendo conto che i brani, come i vecchi film horror della Hamer, sono colmi di paure ancestrali ed ataviche. Sensazioni macabre che prendono vita nella brevissima "Necropass" e nella seguente "Nuraghe". In quest'ultima song, si respira il sound dei mitici Trouble. Sezione ritmica eccellente e accompagnata da chitarre funeree e da linee vocali disperate (un po' alla Glenn Danzig).
I Bretus dimostrano di saper coniugare la vecchia scuola degli anni 70 a quella metallica degli anni 80. Musicisti compatti e dotati di grande ispirazione/talento. La scena italiana è un grande esempio a livello mondiale. "Headless Ghost" sembra essere uscita da "Lucifuge" dello stesso Danzig; infatti sia la struttura musicale che i vocalizzi ricordano la grande band americana. Composizione tetra, movimentata ed ottimamente eseguita.
Si ritorna ai ritmi decadenti con "The Bridge of Damnation". Note che profumano del miglior doom ma anche di band come Bauhaus. L'andamento del basso , per le senzazioni scaturite, puo' far immaginare le lente camminate degli Zombie di George Romero. L'assolo di chitarra riesce a far emergere la scuola del grande Tony Iommi e dei fondamentali Black Sabbath. L'influenza musicale dei Saint Vitus emerge sempre di piu'.
Dopo la buona "Sinful Nun", dove emergono anche dei fraseggi di chitarra molti interessanti e diversi dal solito, troviamo la magnifica ed originale "Magharia". Lunga composizione strumentale dove emergono le influenze dei grandissimi Goblin e del miglior dark progressive. Ogni musicista detiene il proprio spazio creando sensazioni molto devote ai film di Dario Argento (Suspiria in primis ). La sezione ritmica è devastante. Bravissimi Bretus e W il Dark sound Italiano!
Domenico Stargazer