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Universo 25

DEKA'DԐNTSA - Universo 25
(2021 - Zero Produzioni; 22 Dicembre Records)voto:
I dischi che hanno qualcosa da dire non solo a livello strumentale ma anche dal punto di vista concettuale sono quelli che preferisco, specie quando si ispirano a casistiche e fatti realmente accaduti.
Avete mai sentito parlare dell’etologo John Calhoun e del suo esperimento denominato “Universo 25”, condotto alla fine degli anni Sessanta? Per spiegarlo è necessario partire dall’espressione “fogna del comportamento”, usata per descrivere il collasso e l’estinzione di una società a causa di fattori derivati dal sovrappopolamento. In Universo 25, Calhoun creò un habitat quasi paradisiaco per i topi, in cui non ci fossero predatori naturali, agenti atmosferici o limitatezza di risorse di cibo e acqua che potessero andare a causare la morte degli esemplari coinvolti: l’unica problematica inevitabile era quello dello spazio a disposizione. L’etologo osservò come, arrivati ad un certo numero di esemplari ancora vivi, la società creatasi all’interno dell’Universo 25 iniziò inevitabilmente a collassare, finendo per estinguersi.
Non volevo farvi venire l’ansia senza motivo, è solo che è proprio questo l’'Universo 25’ che dà il nome al disco d’esordio dei campani Deka'dɛntsa, nati nel 2019 da un’idea del bassista Raffaele "Lhello" Marra, tra i fondatori di quei Postvorta che abbiamo visto più volte tra le nostre pagine. 'Universo 25' prende vita in piena pandemia, mentre nel mondo in pratica si verificava esattamente l’opposto di quanto accade in presenza di sovrappopolamento. Coincidenza? Magari saranno gli stessi Deka'dɛntsa a farcelo sapere.
Il disco vanta diversi ospiti : Mohammed Ashraf (Pie are Squared, Postvorta, Void of Sleep), creatore ed esecutore fisico della claustrofobica intro “Latenza 00”; Andrea Fioravanti (Postvorta, Edna Frau) alla chitarra in “Hikikomori” ed Edoardo Di Vietri (In a Glass House) alla chitarra in “Disordine e Indisciplina” e “Hikikomori”. I generi presi in esame sono post-rock/sludge con forti venature alternative, il tutto smorzato dall’elemento vocale che si mantiene sempre estremamente pulito e melodico, a volte arricchito da vibrati e virtuosismi vari.
‘Universo 25’ può essere descritto come un concept che descrive l’inevitabile collasso di una popolazione che cresce in maniera incontrollata, finché i ruoli sociali non finiscono per smettere di avere un senso e le nuove nascite si arrestano del tutto, risultando in un’estinzione preceduta dal caos. Il brano che mi ha colpito è stato senza dubbio “Decadenza”, ricco di passaggi prog, momenti recitati e altri gridati e le ciccionissime vibrazioni del basso. “Non c’è vaccino per la decadenza”, azzarderei una critica (per certi aspetti controversa) alla società attuale.
Dal punto di vista strettamente vocale segnalo in particolare il brano “Hikikomori”, termine giapponese che denota la consapevole e volontaria decisione di isolarsi dal mondo esterno. Ammetto che il timbro di Emilio Prinzo può risultare non troppo di facile ascolto per tutti, poiché non è forse ciò che ci si aspetterebbe da un disco come ‘Universo 25’, ma è certamente una particolarità che contribuisce a farcelo restare in mente con maggiore facilità.
Con ‘Universo 25’ i Deka'dɛntsa hanno sfornato un disco filosofico, profondo, che esplora a modo suo il terrore dell’essere in troppi in uno spazio limitato. Nell’esperimento di Calhoun le risorse erano illimitate ma sappiamo che nella vita reale le cose non stanno esattamente così. Il futuro è incerto, la vita è un’ansia, magari finiremo ad ammazzarci l’un l’altro ma con una colonna sonora di tutto rispetto.
Elisa Mucciarelli