Mi ero occupato dei calabresi Zora lo scorso anno, in occasione dell'uscita dell'Ep 'Mad-e In Italy', e torno a farlo a qualche mese dall'uscita del nuovissimo album intitolato 'Soul Raptor'. Ormai maggiorenni (la band vede la luce nel 2003), continuano nel proporre il loro brutal death intriso di puro odio che si riversa sulla società in-civile che caratterizza la nostra vita. Questa volta in particolare la loro attenzione si concentra sull'azzeramento mentale al quale veniamo sottoposti da media, social network e informazione in generale. Come dargli torto?

Quindi ecco pronte dieci tracce caratterizzate da un sound corposo, robusto, in your face. Raramente si sentono spunti melodici, la band di Tato (basso e voce), Glk Molè (chitarre) e Giampiero Serra (batteria) non fa sconti nè prigionieri. Monolitici, sempre sul pezzo non rincorrono l'effimero successo, ma proseguono la loro avventura senza compromesso alcuno.

Brani come 'Lobotomy', la già conosciutissima 'Social Fakework', la travolgente 'Ego Psychotic' o la title track sono manifesti di devastante rabbia unita al muro sonoro sprigionato dai tre ragazzi del profondo sud. La loro maturazione rispetto al primo demo datato 2004 è evidentissima, la consapevolezza dei propri mezzi traspare in ogni nota. Il cd è stato registrato al SoundFarm Studio di Catanzaro.

Se amate la musica estrema alla vecchia maniera senza intrugli modernisti gli Zora sono quello che vi ci vuole per rasserenare il Natale dei vostri cari, distruttivi e costruttivi senza vie di mezzo.

Klaus Petrovic