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Apocryphal

KORMAK - Apocryphal
(2021 - Nova Era Records)voto:
Dopo una pausa durata qualche anno tornano in attività - e sulle nostre pagine - i baresi KormaK, con una formazione quasi del tutto rinnovata che vede Tonio e Michelangelo alle chitarre e Andrea alla batteria.
Il cambio di formazione non ha influito tuttavia sul genere cui la band si dedica: un folk metal ricco di varie sfumature, anche grazie alle doti camaleontiche della cantante Zaira, che anche qui si destreggia con talento e capacità tra gli stili più diversi, dal pulito, al lirico, al growl.
Il precedente ‘Faerenus’, disco di debutto, aveva grandi potenzialità ed era ricco di spunti interessanti; aveva però il difetto di voler dire troppe cose tutte insieme, creando un mix gradevole e suonato benissimo ma che rischiava di far calare dopo un po’ l’attenzione dell’ascoltatore, anche a causa della notevole durata. Il qui presente ‘Apocryphal’, ho avuto modo di notare, presenta a grandi linee caratteristiche simili, nel bene e nel male.
‘Apocryphal’, a giudicare dai titoli delle tracce e dall'immagine in copertina, è un disco con diversi riferimenti biblici e religiosi in generale, dal peccato originale alla caduta dell'uomo dal Paradiso Terrestre. Anche in questo caso viaggiamo su una durata piuttosto elevata per un disco folk/melodic death (52 minuti e spicci), anche qui c’è una notevole abbondanza di stili ed influenze, anche qui il risultato è godibile ma resta la sensazione di fondo che sia tutto un po’ troppo tutto insieme.
Chiarisco subito che non ho motivo per non lodare le capacità tecniche e lo stile dei KormaK, che sono musicisti capaci ed è impossibile non accorgersene. Credo tuttavia che guadagnerebbero molti, tantissimi punti in più facendo una scrematura generale e alleggerendo i brani, che possono in alcuni punti risultare troppo carichi e abbondanti: non sempre quando si ha molto da dire è bene dirlo tutto insieme. Sono inoltre una grandissima fan dei passaggi con voce pulita, anche se trovo personalmente che non sempre fosse necessario aggiungere parti vocali liriche. Questo naturalmente è un commento relativo al mio gusto, che non deve e non vuole intaccare in alcun modo le eccellenti capacità di Zaira, già citate all’inizio.
‘Apocryphal’ ha comunque moltissimi punti di forza, uno di essi è senz’altro l’inventiva. Anche essere un vulcano di idee è di per sé una cosa più che positiva, che però come abbiamo visto rischia di diventare un’arma a doppio taglio. I brani migliori del disco sono “Apocryphal”, “Final Pledge”, “Mater Dea” e il suo semplice ma efficacissimo ritornello, per non parlare della misteriosa e sensuale intro “Lilith”. Chapeau anche per il singolo “Jinn”, in cui le parti folk e quelle più aggressive sono ben calibrate.
A chiudere Apocryphal è “Htilil”, nient’altro che Lilith letto da destra a sinistra: se Lilith rappresenta la lussuria e la sensualità, ben evocate e rappresentate nell’omonima intro, non dobbiamo dimenticare che parliamo sempre di un demone, ed è in quest’altra sua natura che viene mostrata in “Htilil”, che termina inaspettatamente con un urlo che mi ha fatto saltare dalla sedia.
In definitiva direi che ci siamo e il secondo lavoro dei KormaK è molto, molto più che sufficiente, viene però penalizzato dal suo desiderio di sparare tutte le proprie cartucce insieme. Mi sento di consigliare nuovamente una scrematura, così da mettere al setaccio tutte le idee migliori ed offrirle all’ascoltatore senza che la sua attenzione rischi di abbassarsi: visto il talento della band, ciò sarebbe veramente un peccato.
Elisa Mucciarelli