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Painters of Ether

PAINTERS OF ETHER - Painters of Ether
(2021 - Experience Music Label)voto:
Lontano, in un angolo della Via Lattea, c’è un pianeta grazioso chiamato Lorenia; i suoi abitanti vivevano in prosperità e pace, non c’era povertà e inquinamento, gli oceani erano limpidi e puliti, il paesaggio era dipinto di verdi foreste e bianche rocce; l’armonia era l’essenza di un pianeta mai consumato da corruzione e guerre anche se era costantemente minacciato dal fastidioso sistema solare ed è qua che inizia la storia. Lorenia avrebbe affrontato il più grande caos che nella sua lunga storia aveva mai incontrato…”
Con una atmosfera cinematografica e fantasiosa si apre l’esordio discografico dei Painters of Ether, progetto di Luciano Launius, musicista e chitarrista Italo-Americano. Sulla scia di altre operazioni simili (Cristiano Filippini’s Flames of Heaven, Embrace of Souls tanto per citare due clamorosi dischi) siamo di fronte ad un’altra pietra miliare di metal sinfonico che sancisce l’assoluto dominio dell’Italia in questo particolare genere musicale. Luciano Launius, compositore di tutte le otto tracce, si avvale in ogni canzone di ospiti differenti e, come preannunciato nelle note biografiche, “lo scopo era quello di “dipingere” ogni pezzo con sfumature e stili diversi, rendendolo unico senza mai discostarsi troppo dai canoni metal”.
Da tanta varietà artistica ne esce un ottimo risultato nonostante appaia evidente la diversa natura stilistica dei brani fortemente influenzati dagli esecutori a cominciare dagli otto vocalist scelti per l’occasione. La copertina è bellissima, due leoni alati che si aiutano nel sorreggere un grosso libro su un panorama roccioso al tramonto: mi ricorda vagamente la grafica dei mitici House of Lords, sarà un caso? La produzione del disco è quanto di più cristallino e pomposo sia possibile ottenere oggigiorno per valorizzare la complessa struttura delle canzoni che andiamo ad analizzare.
1. Defenders of Lorenia: Paolo Perazzani (Batteria, Arthemis), Nick Muneratti (Basso), Henning Basse (Voce, Brainstorm, Metalium, Firewind): la storia del pianeta Loreina è una suite di 12 minuti dalle caratteristiche epic/fantasy con dialoghi recitati, cori, orchestra, cambi di tempo e super assolo di chitarra che decodifica, più degli altri episodi, le coordinate metallo-sinfoniche già sperimentate da Avantasia, Ayreon o Marius Danielsen;
2. Euterpe: Francesco Tresca (Batteria, Power Quest, Arthemis), Matteo Galbier (Basso, Arthemis), Fabio Dessi (Voce, Arthemis), Luca Veronese (Tastiere), Silvia Violet Balbo (Soprano): sicuramente il brano più ‘orecchiabile’, scelto infatti come singolo, impreziosito dalla voce Soprano di Silvia Balbo e dai duelli chitarra/tastiere di Launius e Luca Veronese ma che risulta il pezzo meno riuscito dell’intero lotto.
3. Silent Sinners: Francesco Paluan (Batteria), Alessandro Jacobi (Basso, Moonlight Haze), Giacomo Voli (Voce, Rhapsody of Fire): la mia preferita, a partire dal riff di chitarra alla interpretazione super di un Giacomo Voli che in questo periodo qualsiasi cosa tocchi si trasforma in oro!
4. Demon Hunter: Demis Castellari (Batteria), Leone Villani Conti (Basso, Trick or Treat), Tomi Fooler (Voce, Skeletoon), Enrico Marchiotto (Tastiere, Watershape): un brano degli Helloween? o degli Skeletoon? O dei Dream Theater? In Demon Hunter con la voce di Tomi Fooler, su un tappeto ritmico incalzante Launius forgia una perla assoluta di power con una parte centrale progressive veramente azzeccata.
5. The Young Pharisee and the Apprentice: Manu Lotter (Batteria, Rhapsody of Fire), Giorgio JT Terenziani (Basso, Arthemis, Living Theory), Michele Luppi (Voce, Whitesnake, Vision Divine), Andy Martongelli (Solo finale chitarra, Arthemis): Michele Luppi non poteva mancare ma d’altronde vale da solo il ‘prezzo del biglietto’ (il miglior cantante italiano per distacco, imho); la canzone è perfetta per accompagnare le sue doti canore e non sfigurerebbe nella discografia dei Vision Divine.
6. Elders of Serion: Herbert Loureiro (Batteria), Sergio Dr. Schafausen (Basso, Vanexa), Mayo Petranin (Voce, Symphonity): una breve aria sinfonica ci introduce un brano veloce e tirato che scorre via senza particolari pregi o difetti.
7. The Dancing Butterfly: Michele Olmi (Batteria, Embrace of Souls), Andrea Lonardi (Basso), Massimo Cavallari (Piano), Chiara Tricarico (Voce, Temperance, Moonlight Haze): è la ballata, obbligatoria, con pianoforte e orchestra, che ci regala un’interpretazione da brividi di Chiara Tricarico, intensa e melanconica allo stesso tempo.
8. The Land Beyond Time: Mike Terrana (Batteria, Rage, Masterplane, Vision Divine), Mike Lepond (Basso, Symphony X), Giambattista Manenti (Voce, The Unity): al gran finale provvede un’altra suite di 13 minuti con gli ospiti più illustri del lotto. Come il brano di apertura siamo di fronte al più classico dei componimenti sinfonici: nella prima parte grande presenza di cori ed un ritornello che si stampa in testa già dai primi ascolti; poi inizia una vera e propria ‘opera’ con una parte orchestrale che si sviluppa in crescendo fino al vortice strumentale in puro stile progressive con la sezione ritmica in grande evidenza.
In conclusione, come l’attento lettore avrà capito, l’album è assolutamente da ascoltare; anche chi non mastica costantemente il genere sinfonico e orchestrale troverà sicuramente spunti interessanti, se non altro per la grande tecnica esecutoria dei protagonisti. In un mercato musicale che offre sempre più materiale non è semplice farsi notare, ma l’ambizioso progetto di Launius ha tutte le carte in regole per affermarsi.
Filippo Marroni