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Blasted

REAPTER - Blasted
(2022 - Buil2Kill Records)voto:
Ciò che colpisce di questa band è la perseveranza, la tenacia e la voglia che ne ha contraddistinto il cammino artistico giunto fino ai giorni nostri. Non è semplice mantenere vivo l'entusiasmo dopo quasi 20 anni di attività, una attività che ha vissuto dei momenti di acme di popolarità come per esempio la partecipazione al Total Metal Festival (condividendo il palco con Testament, Dark Funeral e Saidst), oppure a supporto della band inglese Fury UK. La presenza on stage è una delle peculiareità del combo capitolino: testimonianza ne è il tour in Europa orientale a supporto del gruppo finlandese Scarecrow.
Questo terzo album di inizio 2022, dopo i ritardi dovuti alla situazione pandemica che ha colpito tutti noi, è riuscito a veder la luce sotto l'egidia della Buil2Kill Records, che ha piazzato uno dei suoi colpi destinati ad arrivare a bersaglio.
Molto compatti e di impatto, i romani ci propongono qui otto pezzi di muro sonoro molto concreto che lascia ben poco spazio alle fantasie oniriche di un Prog ormai confinato a ricordi post settanttottini; ma che comunque, a volte, questo granitico muro quasi inviolabile ed invalicabile, sembra far intravedere qualche crepa ove si opuò, sebbene in lontananza, scorgere una sorta di barlume di accenno a passaggi melodici.
La quinta traccia, "Eve", ne è esemplificazione estrema: la voce portentosa, per certi versi si potrebbe definire cavernicola, poggia su un impianto di accordi che porta da un assolo lontanissimo da quei diktat pseudo esatonali delineati a suo tempo da un King o da un Hanneman di passaggio. Tutto il pezzo trasuda di tristezza, di melanconia, di una rabbia repressa, malcelata, ma può essere anche visto come un punto di partenza per un nuova visione di speranza, di cambiamento, proprio nell'andamento dell'assolo, trascinante e pineo di Pathos.
C'è da chiedersi perchè queste proposte, come tante altre, siano ancora imbrigliate dentro a steccati assai ristretti di una certa produzione, di una certa stampa, fissati sopra palchi legati a logiche concertistiche che a volte sfuggono ad un iter logico di noi comuni mortali, e sono lontani da quei riflettori di popolarità dove finiscono artisti che spesso e volentieri sfigurerebbero di fronti a determinati paragoni. Rispetto a tanti altri gruppi stranieri, questi Reapter non hanno assolutamente alcunchè da invidiare ai maestri del genere. Ma forse qui il discorso lo si dovrebbe allargare a tematiche molto più generali e complesse; quanto, per esempio, vi sia ancora interesse fa le nuove generazioni nell'accettare di ascoltare, o meglio ancora, di supportare un movimento, quello del underground, che probabilmente ha perso nel corso degli anni, la sua spinta innovativa e forse anche quel tocco di spontaneismo che si è ingarbugliato in dinamiche più vicine all'apparenza rispetto al contenuto. Ovviamente è da escludersi ogni riferimento alla band qui sottoposta (ahi loro) al mio fallace giudizio.
Leonardo Tomei