Ripugnanza per una teoria satura di metafisica.

Sculture create da un trono fatto di resti, immobili alle soglie del Pensiero, carni annerite dalla conoscenza che s’infiammò attraverso il paesaggio.

Una vera e propria fuga verso l’illimitato arcipelago del non umano  strisciante.

Negli spasmi del Ventre tarantolato, tra Aghi nella pelle, tra Conati di negazione della Volontà di vivere si potrà, nel palmo fendente, con un medesimo gesto, rifiutare tutta la serie di attributi storicamente riferiti alla teologia affermativa.

Lingue strappate, favellanti negli spasmi post amputazione, partorenti luridi nodi scorsoi ammalianti.

Sublime disperazione manifesta tra gli umori di lacerazioni anatomiche, tra ogni atto che si prostituisce sotto i vessilli della volontà, un grido verso l'esterno. Il fuori da sé, dalla propria percezione soggettiva. Un orinatoio che rende sostenibile il peso esistenziale.

L’azione, man mano che si innalza si abbrevia  e, finita tutta l’ascesa, si farà completamente muta, e si unirà totalmente a colui che è l’Inesprimibile. Né senza sostanza, né senza vita, né senza ragione, né senza intelligenza, né un corpo, né una figura, né una forma.

Parerga e paralipomena. Nell’Abisso della Gola.

Giuseppe 'Dissected' Patella