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Mind Pollution

AGAPE - Mind Pollution
(2022 - Red Cat Records/Audioglobe/The Orchard)voto:
Disco d’esordio per gli Agape, band fiorentina, approdata di recente ad un contratto con Red Cat Music.
Devo essere sincero.
Ultimamente ero completamente immerso nel versante più scuro e pesante del metal: quindi riffs intricatissimi, pesanti, ritmiche complesse, blastbeats che si alternano a doppia cassa al cardiopalma, voci che paiono provenire dall’inferno ecc…
Insomma, avete capito a cosa mi riferisco.
Ed ero talmente immerso in tutto ciò che avevo perso un po’ il contatto con il rock, quello sano.
Beh, gli Agape hanno fatto il miracolo. Dopo averli ascoltati mi sono riavvicinato all’hard rock, allo street, allo sleaze…
E, insomma… se sono riusciti in questo qualche merito glielo devo riconoscere per forza.
'Mind Pollution' è un disco fresco, coinvolgente, fatto di riffs molto azzeccati, di songs dalla struttura semplice solo all’apparenza, giocate in realtà su scelte armoniche e melodiche per nulla scontate.
Mi sembra a tratti di sentire la lezione di Slash, come quella degli AC/DC, con sfumature che arrivano persino a toccare i Black Sabbath ed il riffing tipico di Tony Iommi.
Beninteso, non intendo con questo dire che gli Agape si limitino a riproporre in modo pedissequo le soluzioni di questi mostri sacri. Perché le influenze si possono anche sentire in modo evidente, ma il tutto poi sta al come le si introiettano e al come le si fanno proprie. Ed in questo gli Agape ci mettono molto, rendendo il tutto in maniera molto personale.
Peraltro, a distinguere la band dai soliti cliché c’è la voce femminile, sempre molto equilibrata ed elegante. Una voce che preferisce muoversi entro un ben definito range, senza mai strafare nelle tonalità alte, errore che, invece, molto spesso viene commesso da artisti che credono, in questo modo, di far spiccare le proprie qualità. Il cantato rende, invece, se è ben equilibrato e se si sposa bene al tappeto musicale. E tutto ciò, nel caso di specie, c’è.
Vogliamo cercare il pelo nell’uovo? E cerchiamolo.
Si sente che sono al loro debut. La proposta risulta ancora un po’ acerba, un po’ troppo attenta e controllata nel mettere insieme i pezzi: il riff giusto, lo stacco opportuno, un cambio di tempo studiato fino allo sfinimento. Manca un po’ di “sangue” che lega il tutto insieme. Manca un po’ quel groove che darebbe alla proposta una marcia in più.
Ma i margini ci sono tutti: diciamo che con questo album gli Agape hanno costruito il mostro, Frankenstein.
Ora si tratta di dargli la scossa e farlo vivere di vita propria.
Comunque 'Mind Pollution' è un ottimo lavoro, molto piacevole e coinvolgente. Sono sicuro che una volta acquisita un po’ di sicurezza e consapevolezza nei propri mezzi gli Agape saranno in grado di aggiungere quel pizzico di sale che ancora manca.
Maurizio Gambetti