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TrackList
- Crepe
- Nuda Apatia
- Il Tunnel Dell'Odio
- Destino Limite
- Verità E Menzogne
- Potere Ebbrezza
- Bestie Del Caos
- Preludio
- Conflitto Introspettivo
- Schema
DOGMATHICA - Schema
(2022 - Autoprodotto)voto:
La band sarda nasce nel 2006 e questo anno che sta per terminare vede la produzione, nelle mani di Matteo Piga, di questo secondo full - length, dopo l'esordio con "Start Becoming Nothing" del 2018.
Fautori di un incrocio fra Thrash e Groove Metal, i Dogmathica sono una sorta di sintesi fra band che come comune denominatore hanno nelle loro fondamenta una base solida di furia musicale cieca e rabbiosa, ma che ha una precisa impostazione e direzionalità. Gli otto pezzi qui proposti (l'opener ha un che di pioneristico sembra infatti di ascoltare una fisarmonica suonata da un cavaliere solitario in una landa desolata del vecchio West, mentre "Preludio" è un loop di pausa per farci riprendere un po' il fiato dalle precedenti sfuriate, e prepararci all'ultimo ennesimo pogo in onore agli ultimi due pezzi) risentono di svariate influenze: vi è una discreta quantità di "stop and go" a - la Agnostic Front, troviamo un vero e proprio muro sonoro di forte impatto tanto caro ai Biohazard, una velocità di esecuzione canora che rimanda direttamente a Devin Townsend ed infine si possono sentire qua e là i Voivod in certi stacchi, durante le tracce, molto interessanti, distacchi che creano un certo ambient.
Detto quanto dovuto circa la musica, la parte cospicua è riservata all'analisi dei testi che gli isolani propongono nella nostra lingua madre, seguendo una classica tradizione dell'Hardcore italico. Intrappolati e circondati dal mare, presumo sia non del tutto semplice la vita quotidiana, sebbene la bellezza naturalistica della Sardegna lasci letteralmente senza fiato; una condizione disegnata da limiti che ti circondano, limiti che ti obbligano ed anche il destino sembra condannato a non farsi chiaro, una apparenza sfuocata all'orizzonte, un uomo il cui destino è quello di una condanna non scritta a non ricominciare, essere incatenato ad un vuoto di un futuro che non c'è, obbligato a non pensare mai.
Ed il senso di immobilismo si traduce in una apatia che perde i propri connotati di negativismo esistenzialistico, si spoglia della carica reazionaria e rimane nuda, capace soltanto di mettere in gabbia finanche la solitudine, in una apparente corsa verso l'eterno ritorno dello uguale, perchè in fondo ciò che si prova verrà riprovato e quello che si sente si ripeterà. Questo Godot che non si presenterà confina ogni emotività al limite soggettivo, emargina l'odio dentro un tunnel del quale si percepisce in lontananza quella luce che può cambiare il profumo nell'aria. Una continua lotta, se si vuole definirla così, alla ricerca di un rinnovato equilibrio, sospesi fra verità e menzogne, due facce della stessa medaglia, quella della pseudo relazione, un pendolo appartenuto forse a Damocle che rasoia i nostri attimi scanditi da sospirate partenze ed inevitabili ritorni; perennemente tormentati dalla noia, siamo spasmodicamente alla ricerca di un alibi, credere di sentirsi vivere ma in realtà come un qualcosa di alter, di un alien all'esterno di noi, di non totalmente appartenente alla nostra fisicità; una noia che spinge ad una viva introspezione ma che non ripaga lo sforzo della riflessione stessa affinchè avvenga un ultimo balenante colpo di coda... Tempus fugit. Probabilmente ciò che si cerca, in ultima analisi, è trovare uno schema valoriale confortante di corrispondenze vitali, per arrivare a fare pace con se stessi senza fingere.
Leonardo Tomei