Ricerca
Contattaci
Per segnalare concerti o richiederci una recensione delle vostre band, scriveteci compilando il modulo in questa pagina
Accesso utente
Chi è on-line
The Portal
MIND CONTROL - The Portal
(2022 - Wanikiya Record)voto:
Benvenuti nella vostra mente: sulla soglia di quel portale più o meno aperto troverete Marco Perrone e Antonio Mocerino che vi faranno entrare in quel luogo/non luogo che è l’infinito spazio che ognuno di noi ha racchiuso in quella piccola scatoletta che sta tra le proprie orecchie e che ci permette, mortali e limitati come siamo, di astrarci oltre l’iperuranio.
Nello spazio però nessuno può sentirti urlare, infatti nel breve, ma densissimo spazio occupato da questo “The Portal” non c’è posto per il cantato, reso superfluo dalle intricate melodie profuse dai Mind Control, band che annovera, tra le proprie fila Mark Bravi alle tastiere (guest proveniente dai Virtual Simmerty e che ha arrangiato quasi tutte le parti tastieristiche) e Mario Urciuoli e Carlo Santoro che si alternano al basso.
Il controllo della mente inizia già dalla rapida introduzione cinematografica in puro stile carpenteriano/moroderiano (o Dixon e Stein, se vogliamo farla più attuale), ma di fatto la soglia è oltrepassata e veniamo investiti da quel gelido maelstrom di note che è 'Cataclysm' e la chitarra impeccabile di Perrone ci porta via lontano lontano.
In 'Fearless' è presente, tra le centinaia di note prodotte, una particolare scala cromatica discendente che mi provoca ricordi ancestrali e fiacca ogni mia eventuale resistenza all’innamorarmi di un determinato pezzo; la presenza del prezzemolino Derek Sherinan, tastierista immenso e dalle molteplici capacità e collaborazioni, rimane quasi in secondo piano, anche se, ovviamente, c’è e si sente.
'The Portal', drammatica e teatrale, alterna sapientemente attimi di luce e oscurità: la chitarra e le tastiere si intrecciano in maniera sublime, compenetrandosi in melodie che se non vi titillano quel qualcosa che ognuno di noi dovrebbe avere proprio lì vicino al cuore, vuol dire che anni di loudness war hanno avuto la meglio e che ormai non c’è più molto da fare. Il pezzo finisce bruscamente, come quando uno è nel mezzo di un sogno rivelatore e si risveglia così, senza nessuna risposta concreta, ma con la certezza che sia avvenuto qualcosa di importante.
La finale 'In The Glow' mantiene alto il ritmo e la capacità della band è tale da rendere facile e scorrevole quello che è elaboratamente complicato; i tre minuti e spiccioli del pezzo scorrono via piacevolmente e alla fine ci ritroviamo con il cervello positivamente sollecitato, pronto magari a ricevere ancora più musica, ma ahimè siamo alla fine, infatti l’unica pecca riscontrata in questo disco è la sua assoluta brevità: 4 brani (che girano tutti intorno ai 3 minuti, chi più, chi meno) e una intro possono solo suscitare una fame galactussiana a chiunque ami questo tipo di sonorità, perché questo 'The Portal' non può che fungere da (succulento) antipasto per qualcosa di più corposo, mi auguro, al più presto. Ma presto, eh!
Cristian Angelini