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Al Di Là Del Buio

DIARIO DI BORDO - Al Di Là Del Buio
(2022 - Kaizoku Records)voto:
In alto i bicchieri, sistemate le bretelle, lucidate gli anfibi e state pronti alla carica da destra e da sinistra. Il cantato ricorda tanto tutte quelle band riot punk anglosassoni dedite al calcio, presenti ovunque su qualsiasi voglia gradinata, sempre pronte a menare le mani in qualche scontro con opposte fazioni e amanti di bevute di birra colossali. La nostra band in questione non è comunque musicalmente refrattaria a soluzioni più complesse a quelle dei tre accordi a canzone.
Un esempio può essere la title track che chiude questa seconda prova (l'esordio è datato 2016 con "Sindrome Pirata" con una ottima accoglienza dagli addetti ai lavori del settore specifico): un mid tempo pieno di cori, con un inizio di pianoforte trattato, con una linea di basso essenziale ma efficace e piacevole e con uno stacco ritmato, quasi militaresco, in fondo al pezzo che dà il via all'assolo. Un gran bel pezzo.
La band nasce ufficialmente nel 2015 per volontà del cantante Max e del batterista Giuseppe e dopo qualche solito cambio di line - up, giungono alla formazione presente che ha inciso questo "Al Di Là Del Buio" (troviamo Mich al basso e Adrian alla chitarra). Anche nelle note biografiche si legge che questi nuovi elementi hanno avuto l'intenzione di allontanarsi leggermente dai clichè dello Street Punk, capaci di dare una rinfrescata innovativa ai pezzi sia musicalmente che a livello di tematiche; rimane lo spirito di contrapposizione che ha da sempre contraddistinto i gruppi che fanno parte di questa area geo - political- musicale.
Esplicativo, didascalico, riassuntivo di tutto ciò che la band attualmente propone, è il video di "Antisocial": murales, maglietta dei Black Flag e quella di una precisa identificazione e connotata presa di posizione politica, fuoco, immagini sacre contaminate da flussi di blasfemia. Musicalmente assomiglia ai primissimi Judas Priest con qualche innesto di riff inizio anni 80 di meideniana memoria. A condire il tutto tanti cori ed un ritornello che ti rimane subito in mente ("... fuori da queste strade chiuse...).
Un gruppo vivo, energico, politicizzato, coinvolgente che sicuramente è appagante seguire on stage, indubitabilmente con un buon repertorio fatto di pezzi che hanno sì una base riconducibile ad un certo recente Punk Rock ma che per altri versi rientrano nel variegato mondo dello Street Punk e in quello dell'Oi, sebbene presentino al loro interno molti cambiamenti e diverse indicazioni di una ammirevole volontà di apporre delle modifiche e delle evoluzioni a livello compositivo. "Nonostante Tutto" ha una partenza sparata ma nel bel mezzo ha uno stacco che presenta delle divagazioni spiazzanti; fra nostalgia e realtà il testo di "Quei Soliti Kids" dove urbanizzazione e voglia di tirare quattro calci ad un pallone si fanno perenne battaglia. Anche la durata delle tracce non rientra nella tradizione strettamente punk dato che spesso e volentieri (ed è un bell'ascolto) si superano i quattro minuti.
Un lavoro piacevole che vi farà venire voglia di andare a vederli a suonare in uno degli innumerevoli locali o situazioni che hanno visitato.
Leonardo Tomei