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Kuadra

TrackList
02. Alieno Debole
03. Vieni Fuori Di Qui
04. Ti Difenderò
05. Promemoria
06. Urla
07. Il Ritratto Del Mostro
08. La Terra Su Cui Vivo
09. Fili
10. La Storia Si Ripete
KUADRA - Kuadra
(2010 - SG Records)voto: 10/10
"Sniffiamo grammi di stronzate, lo spacciatore è il Presidente..." (Il Maiale)
Apri un giornale qualsiasi, un quotidiano a casaccio e leggi qualcosa, qualcosa sbattuto in prima pagina. Bandiere rosse e cartelli con simbologia di ideologia padana piantati nelle scuole, campagna elettorale continua. Adesso il principale accusato della crisi italiana è Fini, per aver comprato una cucina (ironico), capro espiatorio e catalizzatore di tutti i mali italiani. Ma effettivamente è l'unico che ha fatto un pò di opposizione in questo paese in cui sono solo importanti gli incentivi statali per il digitale terrestre (chi ha detto Mediaset Premium??). Chi se ne frega se intanto c'è la crisi (la colpa è di Fini), l'economia va puttane, a L'Aquila non sanno dove dormire (noooo, tutto è ok, lo dice la tv). E poi i casi Berlusconi, Mediaset e i 350milioni di evasione fiscale legalizzata di Mondadori (famiglia Berlusconi). Ma non è importante. Tanto siamo delle pecore che annuiscono a quello che passa la tele, come dice in tempi non sospetti il nostro leader se qualcosa non passa in tv significa che non è vero. Che il 90 % dell'informazione mediatica sia di parte, questo non interessa. Mi spiego. Questo non c'entra nulla con il pensiero politico degli Italiani. Questi sono solo affari, di come viviamo ogni giorno, ai maiali non gliene frega nulla. Punto.
Che cazzo c'entra tutto questo con la recensione, diranno i miei piccoli lettori, parafrasando uno scrittore nostrano di fine '800, autore di un libro in cui narrava le avventure di un piccolo cocainomane che sarebbe poi diventato il precursore del consumatore audiovisivo della televisione attuale.
C'entra, c'entra eccome.
C'entra perchè l'altro giorno mi trovo tra le mani (in senso digitale) il prodotto di questa band, i Kuadra, che al nome non mi dicono veramente niente su quello che potrebbe essere il genere in questione. L'accompagna un messaggio sibillino di Klaus, che me li passa in quanto avvezzo a generi "particolari"...
Particolari una sega.
Questi tipi Vigevanesi, sei in tutto se non erro, seppur non inventando nulla perchè il loro genere è suonato oltreoceano già da una quindicina di anni, hanno dato alla luce un prodotto da urlo, cazzuto, incazzato e incazzoso anche nei punti più melodici. Non mi soffermo sulla produzione, perchè non ha senso. Suona tutto e pesta che è un piacere.
Signori, ascoltatevi i testi. Ma ascoltateli bene. Perchè oltre a essere interpretati da dio, e cazzo ho sempre sostenuto che l'italiano si sposa benissimo con l'hip hop, a differenza di altri generi, il singer in questione (Yuri) dimostra di essere un grandissimo figlio di pu....., con un'abilità tutta particolare nel tessere trame liriche su temi attuali e senza scadere nel banale ci mette di fronte a una realtà, spesso distorta, di quello che è la nostra vita di tutti i giorni, un eterno Truman show, un organizzatissimo circo in cui non si sa se siamo spettatori o bestie ben ammaestrate.
Il full lenght si districa su dieci tracce, come già detto musicalmente non molto variegate (ma nemmeno tanto, ad un ascolto prolungato acquistano una propria identità ben definita), poeticamente interessanti, caratterizzate da riff incisivi e da una sezione ritmica che ha due palle tante. Richiamano senza dubbio i Rage Against the Machine, band che mi ha fortemente influenzato negli anni nonostante abbia contribuito a distruggere i rimasugli dei miei adorati anni '80, e in qualche frangente i primi Deftones. Rap Metal, Nu Metal, chiamatelo come volete, non sto dietro alle etichette. Se muovi la testa, se spacca il culo, se ti viene voglia di pogare e ti fa pensare, per me è ok. E a fanculo il resto.
Li vedo in faccia ora sul loro MySpace, peraltro ben curato nella propria minimalità. Ma non mi interessa. Me li sono già immaginati dal vivo.
Questa band ha tutte le carte in regola per far parlare di se. Politicamente scorretti, acidamente taglienti, sicuramente si dovranno scontrare con una industria discografica benpensante e che non tollera che si affrontino certi temi, si dimostra di avere capacità di interpretare bene la realtà (pensare fuori dal coro è una cosa che penso sia stata dichiarata illegale, qui in Italia) e poi si rischia che la gente inizi a pensare.
Censuriamoli subito allora, perchè potrebbero diventare la colonna sonora di una ipotetica reazione sociale nostrana, sempre che se si riesca a tirare fuori i coglioni.
Da ascoltare:
Il Maiale, Alieno debole, Ti difenderò.
Eric San Diego