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Decadence

TrackList
- Intro
- The Crow
- Spiked Rain
- Rocker Warrior
- Mistery
- One Last Chance
- End Of The World
- Two Skies
- Through The Storm
- Born To Rock
- Interlude
- Hysteria
- Back To The Evil Age
- Outro
DREAM OF ILLUSION - Decadence
(2011 - SG Records / 7Hard)voto: 7/10
Album di debutto per i Dream of Illusion, band proveniente da Legnago (VR), in attività dal 2003 (inizialmente come cover band) e reduce da un importante cambio di formazione, che vede avvicendarsi dietro al microfono il singer Francesco Valentini alla cantante Alessandra Ferrari.
Devo onestamente affermare che riuscire a valutare Decadence (questo è il titolo del lavoro) non è stato semplice, ed ha richiesto vari ascolti da parte mia.
Ci troviamo di fronte infatti ad una serie di brani piuttosto eterogenea nelle influenze, dove il filo conduttore è chiaramente rappresentato da un metal di matrice teutonica e britannica (molti riffs di chitarra riportano alla mente quelli di Painkiller dei Judas Priest), ma che non disdegna incursioni in generi affini quali l'hard rock e, sporadicamente, il nu metal.
Nonostante la giovane età, bisogna ammettere che i ragazzi riescono a miscelare bene i vari generi, evitando le forzature e limitando al minimo le cadute di tensione, rappresentate secondo me unicamente da "Two Skies", un lento chitarra e voce piuttosto ordinario, e dalla conclusiva "Back to the Evil Age", non a caso il brano più classico e meno “contaminato” dell'intero lavoro.
Nettamente più coinvolgenti risultano brani quali l'iniziale "The Crow", dove parti alla Iron si alternano ad una strofa stoppata, per poi sfociare in un ritornello alla Stratovarious, o la bella "Spiked Rain", potente, melodica e con un refrain che sembra uscire dal songbook dei Linkin Park. Altri brani degni di nota sono "Rocket Warriors", mid tempo hard rock costruito su un riff di chitarra alla Zakk Wilde, "Born to Rock", dove sono gli Skid Row a fare capolino, "Through the Storm", con il suo alternarsi di riffs stoppati, parti arpeggiate ed aperture melodiche, "Hysteria", a mio parere il pezzo migliore in assoluto, con la sua ritmica varia e coinvolgente ed il ritornello molto particolare (a qualcuno piacciono i Cult?!!!)
Anche i brani restanti, pur non raggiungendo in qualità quelli sopracitati, si attestano su livelli di assoluta decenza.
Altri punti a favore dei Dream of Illusion sono rappresentati da una discreta tecnica individuale e da una produzione piuttosto potente e nitida, dove ogni singolo strumento risulta ben definito
Ciò che mi ha veramente spiazzato è l'uso che la band fa della voce: Francesco è infatti in possesso di una timbrica molto particolare, pulitissima, sicuramente atipica per il contesto nel quale si trova ad operare. Ho faticato un po' ad apprezzarla sulle parti più tirate e potenti, anche se per assurdo ritengo abbia contribuito a renderle più originali e commerciali (nel senso buono del termine), mentre rappresenta senza dubbio un punto di forza sui refrain, sempre melodici, ben costruiti e facilmente memorizzabili.
Anche se a livello generale restano ancora alcuni particolari da smussare (alcuni riffs sono un po' ripetitivi ed alcune parti vocali dovrebbero essere più incisive), il lavoro nel suo insieme risulta gradevole, piuttosto originale, e la sensazione che i margini di miglioramento siano notevoli è piuttosto netta. Per ora la base di partenza è comunque più che buona.
Andrea B.