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Chapter One: Urban Fairytales

ABSINTHE - Chapter One: Urban Fairytales
(2009 - Uk Division-AlkemistFanatix)voto: 9/10
"No ragazzi, non ci siamo proprio. Pezzi non tirano, il suono non convince... e poi diciamocelo, in quanto suonare siete proprio scarsi"... Oh, sarebbe bello ogni tanto ascoltare qualcosa che non convince, qualcosa la cui recensione soddisfi il mio lato sadico... Invece questa volta mi trovo in mano un bel lavoro.
Ho girovagato un po' sul web alla ricerca di info circa questi tizi milanesi, per vedere valutare il sentimento di chi il lavoro lo ha già avuto sotto mano...
Non è piaciuto. Davvero. Voti piuttosto bassi. Leggo meglio: evidentemente c'era un'altra line up e forse si trattava di una vecchia demo. Ora mi torna.
Perchè? Perchè il cd ha fatto heavy rotation sul mio autoradio da un mese a questa parte, perchè “Watch me bleed” l'ho messa in loop fino alla nausea... ragazzi, questa band ha diverse carte in regola per fare del bene.
Gli Absinthe propongono un sound solido caratterizzato da influenze Hard Rock, Pop e Blues, che mantengono la melodia come proprio stendardo.
Troppo leggeri? Dipende, dipende dai gusti di chi li ascolta. Io, figlio degli anni 80, non posso che apprezzare un lavoro di questo calibro. Oltretutto registrato bene, e dico BENE. Nessuna sbavatura, voci trascinanti, ottimamente utilizzate e registrate con accuratezza. Il set ritmico, mai invasivo, risulta compatto e trascinante, anche su mid tempo e su tempi più lenti.
Le qualità chitarristiche, o meglio il gusto melodico dei musicisti fa da ottimo contorno a brani di facile ascolto, che anche se talvolta sfociano nel pop, sono di indubbia qualità e piacevolezza.
E poi diciamocelo, chi se ne frega se sfociano nel pop, non siamo a fare una guerra tra generi, e le contaminazioni se sono interessanti non portano che risultati piacevoli. Ascoltate "Domani", e criticatemela. Poi ne riparliamo. Oltretutto con testo in italiano. E siamo ben distanti dalla Pausini, fave! Qualità compositiva e di arrangiamento, forse qualche pezzo tira meno di altri, ma è un album di 13 songs e la cosa è più che normale.
Ho sempre apprezzato l'uso di voci femminili all'interno di questo genere di combo, oltre al fatto che sono un assiduo fruitore di all female band ottantiane, Vixen, Runaways e successive, come Donnas o anche Crucified Barbara (che ho avuto il piacere di ascoltare recentemente in contesto live) anche se si parla di altri generi.
Ragazzi, continuate così. Anzi meglio. Il lavoro da fare ora è un altro. Prendete per il collo l'etichetta e premete per una promozione degna del lavoro svolto.
Voto? 9, perchè i dieci non si danno mai.
Eric San Diego