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Rejected

REYS OF LYGHT - Rejected
(2010 - Autoprodotto)voto: 7/10
I Reys Of Lyght sono un gruppo rock romano formatosi nel 2008 grazie all’impegno e alla dedizione dei componenti: Rey Noman (vocalist), Ly (lead guitar), Danny Stark (guitar) C. e. M. (bass) e Oscar Capodilupo (drums)... Beh, a ben vedere, la definizione di “gruppo rock” è persino un po' riduttiva per questi cinque talentuosi (non più tanto) ragazzi: “Rejected”, il loro primo full lenght autoprodotto, è infatti un concentrato di generi che spaziano dall'hard rock al punk, dal progressive al rock'n'roll, espressione di un sound originale e influenzato da gruppi diversissimi tra loro: come loro stessi affermano, Queen, Deep Purple, Led Zeppelin, Iron Maiden, Motley Crue e Scorpions, per citarne alcuni. Certo, non tutti i brani colpiscono nel segno e l'effetto finale è quello di un lavoro un po' confusionario, nel quale non si capisce quale sia il filo conduttore che lega queste sonorità, ma le capacità ci sono eccome... In particolare, stupisce la versatilità del vocalist Rey Noman, capace di cambiare pelle e di adattare la sua interpretazione all'atmosfera di ogni singolo pezzo.
La track di apertura, “Secrets” ci trae subito in inganno, facendoci pensare al più classico dei brani metal, grazie all'energico riff di chitarra iniziale e alla vaga suggestione maideniana, anche se in realtà in seguito il pezzo alterna momenti più o meno soft e si distingue per il songwriting notevole, uno dei brani migliori del lotto. Con “Speed Runner” rientriamo su binari decisamente più rock'n'roll, anche se le influenze maideniane si sentono ancora, soprattutto nel bellissimo assolo di chitarra: il brano è di quelli che non lasciano scampo, impossibile stare fermi mentre lo si ascolta! La title track “Reject”, nonostante il bel testo, è invece uno dei pezzi meno convincenti, in questo caso proprio per l'interpretazione del vocalist, che sembra qui un po' forzata nei toni. “Paradise Or Hell”, al contrario, si distingue, oltre che per il bel riffing, proprio per l'interpretazione canora di Rey Noman, un brano che mescola sapientemente suggestioni punk a ritmi tipicamente hard rock, abbinati ad un testo di tutto rispetto. “Falling Down” è un pezzo in cui la melodia la fa da padrona, sicuramente più soft, un misto R.E.M. e Red Hot Chili Peppers, comunque interessante. Ed eccoci ad “Interlude,” il vero tasto dolente, una track dalle evidenti radici Led Zeppelin, ma della quale francamente non si capisce il senso: l'impressione è quella di una canzone lasciata a metà; forse l'idea era proprio questa, ma se anche fosse, non è di grande efficacia. The “Tower Of Lords” privilegia ancora una volta la melodia, vagamente Spin Doctors, anche se i riff di chitarra mostrano come sempre una certa predilezione per gli Iron Maiden. Passando per “Icarus”, brano orecchiabile, ma non dei migliori, arriviamo invece alla bella “All I Need”, in cui l'interpretazione del vocalist ricorda a tratti lo stile di Mike Patton dei Faith No More (scusate se è poco!) e in cui i Reys Of Lyght riescono a mescolare ritmi che vanno dal soul al rock in un risultato di tutto rispetto. Il lavoro si chiude con la pregevole “For Your Love”, pezzo che lascia trasparire una vena rock anni '70, in parte stile The Knack, e la ballad “Wind Blows”, pure questa, come la precedente, di impronta Led Zeppelin, ma con risultati decisamente migliori. Insomma, grazie ad un song writing ispirato, melodie accattivanti e variegate, “Rejected” è sicuramente un album che vale la pena ascoltare, soprattutto per chi non è vincolato a doppia mandata al metal più estremo, ma riesce a godere anche con del semplice buon rock'n'roll!
Luisa Luy Cugno