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Of Tides And Desert

RITUAL OF REBIRTH - Of Tides And Desert
(2011 - Autoprodotto)voto: 7.5/10
I Ritual Of Rebirth sono un quintetto genovese attivo da oltre dieci anni e dedito ad un death metal di impronta moderna che, usando un termine fin troppo abusato, può essere definito “melodico”. A tre anni di distanza dal debut album 'Ethical Disillusion' tornano sul mercato discografico con 'Of Tides And Desert', e lo fanno nel migliore dei modi.
Fin dal titolo e dalla copertina, davvero efficaci a mio avviso, questo lavoro si preannuncia un concentrato di potenza: e l'ascolto non smentisce questa impressione. La title-track 'Of Tides And Desert', posta in apertura, è un ottimo avvio, di quelli che fanno sobbalzare sulla sedia: riff roccioso e potente stilisticamente vicino, per certi versi, agli Amon Amarth, poi si ha una svolta “svedese” (altro termine oggigiorno abusato) in senso stretto, con strofa e chorus veramente tirati e positivi. Fatta eccezione per il breve solo di chitarra, non c'è un attimo di respiro.
Più o meno questa è la strada di tutto il disco: brani costruiti intorno ad un numero ristretto di soluzioni, ma basati sulla potenza, sulla capacità di coinvolgere mantenendo sempre alta la tensione. In quest'ottica, brani come 'Leeches', 'Hell To Pay' o 'Skep.tic' non possono far altro che valorizzare l'operato dei Ritual Of Rebirth: e, su tutto, quello che stupisce è che il singer- seppur non particolarmente brillante o personale come timbro- rimane sempre sugli scudi, seguendo costantemente il martellante drumming senza concedersi un attimo per rifiatare. Credo che quest'ultima caratteristica sia fondamentale per tenere alta l'intensità.
Ma i Ritual Of Rebirth non sanno fare solo pezzi semplici e diretti: quale migliore esempio di ciò se non gli oltre otto minuti della conclusiva 'The Blind Watchmaker'? Qua si spazia da fasi in cui a farla da padrone sono le melodie di fondo, quelle accennate ma non troppo marcate, ad altre di maggior calma: un break centrale prima arpeggiato, poi comunque disteso e rilassato; un finale in cui una tastiera parte dalle retrovie fino a conseguire il centro della scena. Il tutto, ovviamente, passando per momenti più in linea con il resto del disco, e dunque più veloci e aggressivi, dando cosi vita ad un'architettura complessa che può ricordare alcune cose dei primi Mastodon. Insomma, una ciliegina sulla torta a coronamento di un disco già di per se più che valido.
Considerando che i Ritual Of Rebirth calcano le scene da ormai molti anni, mi auguro che 'Of Tides And Desert' possa segnare un punto di svolta nella loro carriera, facendo finalmente da rampa di lancio, perché si tratta di un lavoro qualitativamente superiore alla moltitudine che intasa usualmente la scena. Aggiungo che l'album è scaricabile legalmente e gratuitamente da jamendo, dunque perché non ascoltarlo?
Francesco Salvatori