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Fake You All

PHENIUM - Fake You All
(2011 - Lost Sound Records)voto: 6.5/10
Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando i Phenium debuttarono con l'ep 'Incubhate', non tanto quanto a tempo effettivo (giusto un paio di anni) quanto a matrice stilistica e a maturità conseguita. Tanto per cominciare, adesso la band si presenta non più con una manciata di pezzi bensì con un full length che raggiunge i tre quarti d'ora di musica, e questo agevola anche il compito di chi deve fornire una valutazione, offrendo più materiale su cui basarsi.
Rispetto al lavoro di debutto, poi, il suono si è incattivito, si è fatto più solido e prepotente. Le novità portanti consistono in una svolta abbastanza impotenti verso linee a cavallo tra il death melodico ed un certo tipo di metalcore, dando ulteriori significati al termine “thrashcore” con cui la band si è spesso descritta. Ma, se a livello strumentale questa impronta appare efficace e crea un buon impatto, va anche detto che la voce si diletta di tanto in tanto con uno scream acido che, personalmente, avrei evitato.
L'impronta thrash originaria permane specialmente nella seconda parte del disco, partendo con 'Ghost': è da questo contesto che emerge 'Consumed', tipico brano con riffone serrato vecchio stile e voce sugli scudi, un gran bel pezzo (anche se con un intermezzo un po' fine a se stesso).
Tutto sommato, dunque, l'unica cosa che veramente manca a 'Fake You All' è un po' di omogeneità, che faccia da spartiacque tra le sonorità più thrashy e l'impronta maggiormente modernista. Nel complesso non è raro trovare dei brani gradevoli, potenti, intensi: già fin dall'inizio i Phenium ci deliziano con 'Drift', dotato di un ritornello molto catchy, e svariati altri sono gli episodi positivi. Del resto, però, uno si aspetterebbe che il primo disco presenti una direzione più nitida ed autonoma rispetto ell'ep, e invece in questo senso i Phenium sembrerebbero quasi aver fatto un passo indietro. Continuo a essere convinto che la band abbia le giuste potenzialità: adesso manca solo un lavoro che riesca a incanalarle nella maniera giusta, lasciandosi magari alle spalle questo 'Fake You All' in qualità di tappa obbligata del percorso.
Francesco Salvatori