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The Story 1985-92

TrackList
CD 1:
01. A Periculo Mortis
02. Angels Night
03. Orationis
04. Requiem
05. Destruction in the Dark
06. Rhapsodia
07. Post Mortem Vale
08. Dies Irae
09. Rhapsodia
10. Post Mortem Vale
11. Dies Irae
12. Requiem (live)
CD 2:
01. In Domine Patris
02. Vindication
03. Ora Pro Tenebris
04. Via Crucis
05. Juvanum
06. Heart of the Storm
07. Soldiers of Death
08. Angel Night
09. Post Mortem Vale
10. Via Crucis
11. The Dark Draws Near
12. Ora Pro Tenebris
13. Juvanum
14. Heart of the Storm
REQUIEM - The Story 1985-92
(2010 - BloodRock Records)voto: 6.5/10
The Story 1985-92 rappresenta un’antologia di composizioni concernenti un gruppo italiano formatosi negli oramai lontani anni Ottanta. Noti per la militanza del leader dei The Black, Mario Di Donato, i Requiem definirono la loro musica come Metal Mentis, ossia metal dell’anima, per capirci, intrapresero l’arduo cammino d’imprimere nella loro musica una sorta di ieratica ed estatica esperienza.
I Requiem videro la loro nascita nell’ormai lontano 1985, dopo qualche difficoltà, e completata la line up, la band iniziò a registrare, tra il 1986-87, un paio di demo, i quali, a sorpresa, vendettero un significativo numero di copie. Questo interesse, di carattere popolare, convinse la Minotauro Records a mettere sotto contratto la formazione.
The Story, ora ad opera della BloodRock Records, suggella e sintetizza, in un unico prodotto discografico, le minute gesta artistiche di questa primordiale esperienza tutta italiana. Il box consta di due Cd, il primo lo si può definire una raccolta dei primi anni d’attività, difatti, possiamo ascoltare otto brani, tra inediti e composizioni già note alla massa, attinti per lo più dall’ultimo demo “Per Aspera” ed il primo Ep “Ex Voto”. Lo stile qui insito, è essenzialmente accostabile ad un hard-heavy anni’80, che attinge ancora alle radici seventies per confondersi in brevi fraseggi doom, saltuariamente multitematici e atmosferici, come nella lunga e omonima “Requiem”. Tuttavia, in complesso il lavoro dei Nostri, in questa prima e formativa fase, rimane approssimativo e acerbo, certamente di derivazione sabbathiana, su cui il vocalist Ken Thunder sfodera un cantato non in grado di impreziosire le trame compositive realizzate dal combo.
Il secondo Cd contiene il primo ed unico album della band dal titolo “Via Crucis” del 1990 ed in coda “Live” del 1992, esibizione registrata prima dello scioglimento. In questo secondo disco cambiano molte cose, in primis avviene un cambio di vocalist, entra a far parte della band, Eugenio Mucci, artefice di lodevoli linee vocali; in secundis vi è un orientamento del sound senz’altro più incline al doom-metal, difatti, “Via Crucis”, mostra tutte le caratteristiche del genere. Di seguito “Live” del 1992, che testimonia suddetto cambiamento on the stage, tuttavia, l’ascolto di queste ultime sette traccie live non è facilmente metabolizzabile, causa la resa sonora. È tangibile dalle prime note il disequilibrio volumetrico dei diversi strumenti e della voce, quest’ultima, in svariati momenti, tende a sovrastare il tutto. Il generato e caotico amalgama finale, non rende apprezzabile in toto, questo importante documento sonoro.
Una plauso va fatto alla BloodRock Records per il box prodotto, ben ideato e realizzato in un digipack a tre ante deluxe, con un inserto di dodici pagine concernenti svariate foto, una duplice biografia in inglese/italiano e le copertine dei pochi lavori pubblicati dalla formazione in questione.
Per concludere, se pur il secondo disco mostra una linea compositiva ed esecutiva più coerente, e meglio collaudata, coadiuvato da un vocalist senz’altro più talentuoso e stilisticamente in linea alle necessità della band, e tralasciando le sbavature in sede di registrazione, io penso che The Story 1985-92 rappresenti una band ancora troppo immatura ed acerba per interessare un vasto audience. Personalmente consiglio l’acquisto ai soli sostenitori di Mario Di Donato, e a tutti coloro che amano riscoprire i primi passi del metal italiano, anche passando per prodotti non proprio ben ispirati. Concludendo, penso che lo stesso Di Donato abbia sciolto i Requiem rendendosi perfettamente conto che questa esperienza era in ogni caso destinata a finire, ergo, nessun Metal Mentis, qui, era stato ieraticamente generato.
Nicola Pace