Ricerca
Contattaci
Per segnalare concerti o richiederci una recensione delle vostre band, scriveteci compilando il modulo in questa pagina
Accesso utente
Chi è on-line
Requiem To The Fallen

HIGH BRIDGE - Requiem To The Fallen
(2011 - Autoprodotto)voto: 5.5/10
Decisamente recente la storia dei vicentini High Bridge; lecito dunque aspettarsi un lavoro ancora acerbo dal primo ep dato alle stampe. Un po' meno lecito, a mio avviso, che il calendario segni Anno Domini 2011 e alcuni gruppi optino ancora per una produzione scarna e minimale che ricorda molto le demo degli anni '80, nonostante le tecnologie attuali (è sufficiente un pc con una scheda audio di media qualità per ottenere dei suoni più che buoni). E se da un lato questa scelta ha il merito di conferire ai brani proposti un alone “storico”, dato che stiamo parlando di un thrash metal piuttosto classico- seppur con voce sporca alla Coroner, l'altra faccia della medaglia è che parte delle potenzialità ivi racchiuse trovano maggior difficoltà nell'emergere.
Detto subito il principale punto debole di 'Requiem To The Fallen', veniamo ai pregi: primo tra tutti, la semplicità e l'immediatezza dello stile compositivo degli High Bridge. Senza cercare a tutti i costi soluzioni fuori dagli schemi, ma basandosi piuttosto su strade già collaudate, bastano pochi riffs e qualche rallentamento nel punti giusti per ottenere un effetto quantomeno efficace. Ecco allora che, dopo la breve intro iniziale, 'Condemned Soul' bussa alla porta con un riff serrato decisamente apprezzabile, e si muove poi su binari abbastanza dritti e consueti, con una linea vocale piuttosto catchy e cantabile. Vocals che vanno invece ad inasprirsi con i brani successivi, optando in genere per uno scream molto pungente ed aggressivo (forse un po' troppo in evidenza, a livello di volume, rispetto alle chitarre).
C'è anche spazio per qualche tentativo di maggior elaborazione, che va a concretizzarsi in una maggior lunghezza dei brani. Purtroppo però la lunga parte centrale melodica di 'Requiem To The Fallen pt.II' è eccessivamente penalizzata dalle caratteristiche dei suoni che lamentavo più sopra, tanto che solo il gioco di piatti portato avanti dal batterista riesce a ottenere una posizione di rilievo, peccato.
Sono convinto, comunque, che le potenzialità degli High Bridge siano quantomeno superiori a quelle che risultano alla luce di questo prodotto; per il momento, in base a quanto detto, mi vedo costretto ad una valutazione non pienamente positiva, ma questo non deve demotivare la band quanto piuttosto essere di ulteriore stimolo ed incoraggiamento per esprimere al meglio le proprie idee in un futuro prossimo.
Francesco Salvatori