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Mindcrushers

TrackList
1. Slave of the white one
2. Boredom
3. Tragedy of happyness
4. Death is a straight procession
5. The ogre
MINDCRUSHERS - Mindcrushers
(2011 - Autoprodotto)voto: 6/10
I Mindcrushers originari di Montebelluna, si presentano al debutto con il loro primo Ep tinto da forti influenze Heavy /Thrash metal old school. Si parte sparatissimi con ''Slave of the white one'', brano senza fronzoli, che ci pone davanti una band che sà il fatto suo; strutturalmente il brano ricorda un thrash metal di stampo Testament primi esordi, la peculiarità è nel ritornello, alla lunga lo si ricorda perchè viene ripetuto molte volte e rimane in testa, i riff di guitar distorted misurati al punto giusto condiscono una bella sezione ritmica tra bass e drum di spessore.
"Boredom"; con tutta onestà musicalmente sarebbe anche bello come brano, però la scelta di abbinare una voce simil growl ad un ritornello clean che mi ha dato l'idea di esser cantato come una filastrocca, non mi è piaciuto per niente, anche l'inglese risulta esser non eccezionale nella scansione e nella pronuncia delle parole ciò non dà il giusto valore ad un brano che secondo me può dir la sua; io rivedrei le linee vocali da questo punto di vista.
"Tragedy of happyness", parte con un intro di drum, riff guitar distorted sugli scudi e questa volta linee vocali che riprendono quota; l'intermezzo in assolo guitar mi è piaciuto sopratutto nella prosecuzione sul chorus del cantato.
Verso metà abbiamo un break del brano con dei riff guitar interessanti e melodici che danno respiro, però sia le linee vocali e l'assolo di guitar a seguire non mi hanno entusiasmato, in particolar modo nell'esecuzione.
"Death is a straight procession", è la migliore dell'intero Ep.
"The ogre" a mio modo di vedere è il brano più originale dell'intero Ep, però ha un ritornello cadenzato da accenti di batteria un pò pesanti nel loro complesso e linee vocali non brillanti, l'assolo guitar sul finale non entusiasmante, tenendo presente che il brano nella sua totalità risulta esser gradevole.
Le conclusioni sono che i Mindcrushers essendo al loro debutto, complessivamente hanno fatto un lavoro apprezzabile, ma per poter emergere dal calderone dell'underground in particolar modo per lo stile che propongono, di strada ancora devono farne, i punti di forza nel loro complesso sono i brani, gli arrangiamenti e la sezione
ritmica che a parte qualche sbavatura viaggia alla grande. Da rivedere le linee vocali che in certi episodi non mi hanno entusiasmato e l'esecuzione di certi assoli guitar che sono tra luci e ombre.
Pier Paolo Lunesu