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Beauty Is Over



BETTY POISON - Beauty Is Over
(2011 - Fastermaster)voto: 8/10
Il rock tricolore del gentil sesso, ben lungi dalla mentalità comune, è sempre più intessuto di rabbia, sangue, dolore, veleno e odio per le ingiustizie; imperterrito continua a imperversare furibondo nel turbine dell’alternative background forte e carico delle inconsuete influenze musicali e artistiche oltreoceano… il rock al femminile porta il nome di Betty Poison ed è dipinto di sangue, lividi e spine scaturite da una lotta ostinata contro una società della quale si cerca di salvare ancora qualcosa. I Betty Poison con il loro nuovo lavoro “Beauty Is Over” hanno mostrato di saper amalgamare in maniera insolita la vena più soave e tenue del rock californiano alla Hole (gruppo di Courtney Love dalla quale non a caso la band italiana è stata chiamata ad aprire alcuni dei loro concerti) all’anima più graffiante e pungente del gothic rock nostrano dei Lacuna Coil, Theatres Des Vampires e a quello dei capiscuola Nine Inch Nails e Siouxsie and the Banshees. Suggestiva la copertina di “Beauty is Over” raffigurante una bellissima ragazza nell’atto di porsi sulla testa una corona di spine appuntite (la vocalist e chitarrista Lucia Rehab) che contornata di lividi su braccia e occhi si mostra decisa, a conferma di quanto detto in precedenza, a sbatterci tra i denti la collera, il disprezzo e il dolore per un futuro apparentemente senza orizzonti ma soprattutto la voglia incessante di combattere per mettere in salvo quello che ancora di buono è rimasto. Pronti a ricevere i lividi in questa fervida battaglia contro il male apriamo le poisoniane danze con la sinuosa ma sferzante e furente “Bad Boy Snuff Toy” resa ancora più irosa dal grintoso e graffiante timbro della vocalist Lucia Rehab; cattiveria e aggressività escono come lupi famelici da “What About You” che sembrano avere tregua in “So Raw” (come anche “July”) dal tipico sound californiano caratterizzante la signora Love ma senza rinunciare all’irruenza marcata dei toni che si fanno via via più pungenti (“The Golden Boy”). Simile a una ninna nanna “I’m Still a Slutt” sfociante in un fiume di puro e autentico melodic rock dalle punte incisive e sanguinanti. “Beauty Is Over” prosegue con la ribelle “I Do” e come sulla cresta di un’onda scendiamo alla tranquilla ma sempre tagliente “Time” per poi salire immediatamente al turbine infuocato che ci avvolge in “Set It On Fire” , “Lie Forever”, “Blackout” giungendoci come uno schiaffo imbevuto di rock in pieno viso. Dai toni intimi e riservati fusi alla sofferenza “My Sexy Star” che disperdono in urla di rancore in “45” ritornando ricomposti come un mare dopo una tempesta in “You”. A chiudere la tracklist “I Say No” e la sensuale e carnale “Seventeen”. I Betty Poison con “Beauty Is Over” sono pronti a mettersi a capo di una battaglia sociale e interiore apparentemente impossibile e senza esito ma in verità necessaria e carica di una speranza pronta a spazzare via i lividi e le ferite inflitte.
Erika Baini