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Sound of Existence

NOVEL OF SIN - Sound of Existence
(2011 - Kreative Klan)voto: 7/10
Considero da sempre il deathcore un genere senza mezze misure, che non richiede riflessioni approfondite per esprimere un'opinione realistica: o il progetto è di alta levatura oppure, il più delle volte, rischia di scivolare via in tutta la sua inutilità, portando il pubblico ad “ammalarsi” di tedio. Per questo motivo, una volta finito di ascoltare il disco di debutto dei Novel of Sin, ho deciso di non prendermi del tempo come faccio di solito, ma di recensirlo immediatamente, in modo da dare sfogo alle prime importanti sensazioni che ha destato in me. Ebbene, senza girarci troppo intorno, se dovessi descrivere Sound of Existence utilizzando solo tre parole, queste sarebbero: coerenza, maturità e personalità. Il combo romagnolo, infatti, dimostra a più riprese di essere perfettamente in linea con gli standard suggeriti dai gruppi pionieri in questa materia e, allo stesso modo, di sapersi distinguere dalla massa grazie ad un sound distintivo e ricercato. Un aspetto, quest'ultimo, veramente decisivo per un modo di fare musica che ha esaurito i suoi momenti di gloria e che, a causa del suo classico effetto déjà vu, rischia di bruciare tutti quelli che non riescono ad emergere con una propria identità. E, per l'appunto, non è questo il caso poiché, se è vero che il cd in questione viaggia lungo binari prettamente classici, è altrettanto innegabile che il tutto è stato sapientemente riletto in chiave moderna. Certo, il risultato non fa gridare al miracolo, ma alla fine appare davvero apprezzabile, grazie soprattutto ad indubbie qualità tecnico-artistiche, figlie di un'intensa e duratura attività live anche fuori dai confini nazionali, delle tante esperienze maturate al fianco di altre band di rilievo e del legame con un'etichetta giovane ma all'avanguardia come Kreative Klan.
Nello specifico, il muro sonoro è il prodotto di una calcolata commistione tra puro death ed hardcore, dove la velocità è spesso sacrificata a favore di improvvisi breakdown, in cui dominano riff marci e ripetuti in stile Meshuggah e un growl misto a scream ben interpretato. Insomma, una fucilata sparata in piena faccia in cui il mix tra una potenza senza compromessi e un po' di sano groove generano un'atmosfera cupa, rabbiosa, a tratti quasi oppressiva. Ovviamente, una scelta stilistica di questo tipo ha come diretta conseguenza la quasi totale rinuncia ad inserti maggiormente melodici, fondamentali per dare un po' di respiro, e l'appiattimento del songwriting, sicuramente immediato ma troppo ripetitivo. In altre parole e a mio personalissimo parere, anche i migliori film d'azione avrebbero bisogno qua e là di qualche momento di riflessione, giusto per variare un tantino la trama; questo però, come asserivo pocanzi, non significa che siamo al cospetto di un lavoro non meritevole, in quanto, al contrario, il quintetto ravennate si muove con grandissima disinvoltura in questo ambito. Piu semplicemente, le peculiarità di deathcore, metalcore e compagnia rappresentano da sempre il loro limite più grande e, per quanto originali si possa essere, alla fine si cade sempre negli stessi equivoci. Tuttavia, se si giudica l'opera nella sua nudità, senza farsi influenzare dai soliti luoghi comuni, il giudizio non può che essere positivo, ed è questo che conta.
Proprio per tali ragioni, ritengo che i veri amanti del genere sapranno cogliere appieno le indubbie qualità di questo album e che, da parte loro, i Novel of Sin siano certamente una realtà importante che non ha nulla da invidiare ai tanto celebrati colleghi internazionali.