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Sick Human Essence

BLESSED DEAD - Sick Human Essence
(2012 - Autoprodotto)voto: 6.5/10
Bresciani d'origine e dediti ad un death metal piuttosto grezzo, i Blessed Dead nascono nel 2009 da un'idea di Shon e Ale, due ragazzi uniti dalla passione per la chitarra elettrica, nonché dall'essere fratelli. Dopo aver affrontato i soliti cambi di line-up, sempre molto frequenti nelle band emergenti, e in seguito ad una demo capace di fornirci solo un flebile squarcio del loro repertorio musicale, eccoli aggiungere alla loro bacheca questo Ep, composto da tre tracce nuove di zecca in aggiunta ad una versione modificata della title track della precedente release.
Operazione riuscita? Solo in parte direi, visto che “Sick Human Essence” fa parte di quella schiera di dischi, caratterizzati da luci ed ombre, che finiscono con lo stagliarsi nel mezzo del guado senza lasciare il segno: pienamente sufficiente, certamente dignitoso, ma sicuramente lontano dal farci assaporare un senso di compiutezza. Ciò non significa ovviamente che la formazione lombarda non ci faccia intravedere delle qualità importanti, soprattutto in relazione ad un discreto tasso tecnico e ad una forte coerenza verso il genere in questione, peculiarità determinanti nel far acquisire fluidità all'intero pacchetto. Al contrario, quello che lascia particolarmente perplessi è la scarsa varietà lungo cui si articola il prodotto, tangibile già a partire da un primo approssimativo ascolto, come anche una certa confusione in fase di registrazione, dovuta ad un'autoproduzione non pienamente all'altezza. Detto questo, siamo comunque di fronte ad un piatto pregno di metal estremo, addolcito da frequenti spruzzate maggiormente melodiche, arricchito da soluzioni illuminanti da un punto di vista strutturale e guarnito da un songwriting ricercato.
Nello specifico, “Palace Of Rupture” mi è sembrato il pezzo più riuscito tra quelli proposti, se non altro per la qualità del riffing, anche se a conti fatti la voce, già poco convincente di suo, risulta fortemente penalizzata, a tratti sovrastata dal drumming. In “Mental Collapse” domina invece il senso di confusione cui facevo riferimento pocanzi: traccia sviluppata ad alta velocità dall'inizio alla fine, nella quale i vari membri appaiono davvero in forte disarmonia l'uno con l'altro, e dove fa capolino uno screaming alquanto improvvisato. La segue “Evocation From The Unconscious Void”, un pezzo dominato dalle solite rabbiose sfuriate, talvolta quasi opprimenti, intramezzate da un inserto in cui si rallenta parecchio e dove si materializza un'atmosfera per certi versi quasi riflessiva. In chiusura troviamo “Secret Of Resurrection”, brano ripreso dal primo lavoro del combo nostrano. Anche in questo caso a farla da padrone sono i soliti ritmi cadenzati e brutali, resi più ricchi sul finale da un buon assolo.
Concluderei dicendo che, per quanto mi dispiaccia “bastonare” una band emergente sottolineandone con enfasi i limiti, è fondamentale farlo proprio per suggerire quali aspetti necessitano di essere migliorati, proprio per far si che il progetto arrivi ad una crescita generale. I Blessed Dead sono senza dubbio un gruppo con del potenziale, ma in determinate circostanze le parole d'ordine sono sempre le stesse: passione e lavoro, tanto lavoro.
Davide Khaos