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Lovecraftopolis

TALISMANSTONE - Lovecraftopolis
(2011 - Moonlight Records/Masterpiece Distribution)voto: 8/10
Dopo aver recensito il loro valido debutto, torniamo a occuparci di TalismanStone, trio ravennate a forte vocazione ritmica, visto che nella formazione militano due bassisti e una batterista. 4 tracce per più di tre quarti d'ora di musica testimoniano la non facile accessibilità della proposta dei nostri, che in questo secondo lavoro segue più o meno le stesse coordinate di Sunya, dilatandole ulteriormente, come dimostra la opener "By the Sun of the Light Keeper", episodio doom a forti tinte "spiritualiste" sulla falsariga degli OM, con tanto di arpeggi di sitar a metà composizione; le parti cantate vengono assolte da Andrea Giuliani ed Erica Bassani (che ricorda Alia O'Brien dei Blood Ceremony), creando un dualismo tra cupezza e lirismo che riflette e riassume l'approccio musicale della band romagnola. Come recita il loro profilo su ReverbNation, «I testi possono essere letti da diversi punti di vista, e trattano svariati argomenti analizzando il tracollo della società postindustriale occidentale e il delirio ossessivo/paranoico della popolazione, la violenza e la disperazione, e l'amore. Le liriche sono spesso ispirate da letture e visioni di scrittori e artisti come David Lynch, Terry Gilliam, Rod Serling, Clive Barker, Virginia Woolf, Philip Dick, Clifford Simak, Stanislaw Lem, W.S. Burroughs, J.G. Ballard, Italo Calvino, Céline...». All'elenco aggiungiamo ovviamente H.P. Lovecraft, il maestro dell'horror e progenitore della fantascienza cui è dedicato questo album. "Internal Dictatorship" è una litania nera a base di drone/doom incrociato con il noise e l'industrial, per una resa sonora decisamente claustrofobica, con momenti di puro terrore fatto musica che gelano il sangue nelle vene. Flauto, linee acustiche e tabla inaugurano "Power Is a Splendid Shroud", 12 minuti di rumorismo lisergico e sperimentazione narcolettica, che tuttavia si aprono a momenti di soavità (grazie al sitar di Andrea e alla voce di Erica), come a dire: dall'apocalisse al nirvana... Si arriva così all'epilogo, con una "Lovecraftopolis (Part I)" che compie un trip visionario e allucinato/allucinante nei più plumbei meandri della psichedelia pesante mista al drone/doom, parto deforme di un immaginario incontro in sala di registrazione tra OM e Sunn O))). Forse era meglio editare il brano qua e là, ma sicuramente Lovecraft sarebbe stato ben lieto di poter utilizzare questo e anche gli altri pezzi come colonna sonora di un film tratto da uno dei suoi capolavori, ad esempio Il seme della follia di John Carpenter, ispirato al romanzo Alle montagne della follia. Benché ostici e da "maneggiare con cura", i TalismanStone si confermano ancora una volta come uno dei più interessanti "fenomeni" all'interno della scena heavy italiana e stanno anche suonando parecchio in giro (a maggio voleranno addirittura in Irlanda), perciò, se passano dalle vostre parti, non perdeteli!
Costantino Andruzzi