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Spaghetti Intifada

BETRAYERS - Spaghetti Intifada
(2012 - Autoprodotto)voto: 7/10
Davvero niente male il debutto dei genovesi Betrayers, band nata nel 2008 ma che solo quest’anno è riuscita a pubblicare “Spaghetti Intifada”, full-lenght album che segue un promo di 7 tracce datato 2010. Energia, passione, sana ironia e tanta voglia di far esplodere i vostri timpani, tutte cose che ci si aspetta solo dando un’occhiata alla copertina: 2 bombe, sulla sinistra una classica a mano, sulla destra quella in carne ed ossa dotata di curve “pericolose” stile pin-up anni 50…davvero un bel contrasto!!!
Il sound dei nostri richiama i nomi grossi del southern rock, ma in particolare quei gruppi che hanno metallizzato il genere, Black Label Society e Down su tutti. Emergono tuttavia influenze inaspettate che vengono a galla ascolto dopo ascolto che vanno dal classic metal ad alcuni vocalizzi Cornell-style. Nonostante si tratti di puro e sporco rock’n’roll, ci troviamo di fronte dei musicisti di tutto rispetto, il tasso tecnico è buono, soprattutto la sezione ritmica, davvero sugli scudi.
L’intro "New Morning" ci introduce alla prima bastonata "Wrangler Rockstar", una song che ricorda i migliori Down; si salta letteralmente da terra con "Sail Away", una delle migliori song del lotto. Il caldo vento del deserto ci introduce alla titletrack che irrompe fragorosamente in un’iniziale cavalcata metallica per poi proseguire in tutta la sua potenza in un refrain veloce ed azzeccatissimo. La successiva "Black Label" (titolo casuale?) è rocciosa quanto basta, ma una nota di merito va all’assolo davvero ben riuscito. I nostri allentano la presa e ci danno tregua con "Freedom", una ballad nella quale si distingue la voce di Francesco, molto ispirato nell’interpretazione: è proprio in questi momenti che si sente e parecchio l’influenza vocale di Cris Cornell.
Si preme di nuovo sull’acceleratore e "Downheaven" è dietro l’angolo, pezzo robusto ideale per fare casino in sede live! Si muove sulle stesse coordinate "Blue Eyes" anche se qui ci troviamo di fronte qualche accenno di psichedelia tanto cara a bands come Monster Magnet. Veniamo a quello che, secondo chi vi scrive, è il pezzo migliore dell’intero album: "Creature of the Night" è un pezzo che ti sorprende con un inizio lento, poi si apre con dei riffs taglienti di puro southern rock per poi esplodere in una cavalcata in perfetto stile Iron Maiden con tanto di “duelli chitarristici”! Bel pezzo davvero! "Bad Again" è la “piccante” frustata finale, piacevole alternanza di riff massicci, parti rallentate ed orgasmi femminili, tanto per ricordare a tutti che il buon rock sa essere sempre altamente eccitante!
Unico neo è, a mio avviso, la produzione, forse un po’ troppo debole e pulita; ci troviamo di fronte a pezzi che potenzialmente potrebbero creare il delirio in sede live, un sound più massiccio e “gradevolmente” sporco gioverebbe di più alle composizioni targate Betrayers. Ciò non toglie il valore complessivo dell’album, che non annoia mai e si lascia ascoltare con scioltezza dalla prima all’ultima nota.
Marco Stanzione