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The Beginning Of Disaster

MADHOUR - The Beginning Of Disaster
(2012 - Autoprodotto)voto: 6.5/10
Interessante, ma certamente bisognosa di miglioramenti: senza apparire riduttivi, il giudizio sulla proposta dei Madhour può essere tranquillamente riassunto in questi termini. Nata appena tre anni or sono da un'idea di Ul Teo (bassista dei Longobardeath) e dal suo incontro con la voce femminile di Lau, la band lombarda è dedita ad un heavy/thrash metal piuttosto grezzo, una definizione che in questo caso ha sia un'accezione positiva, per quanto concerne l'immediatezza con cui il sound giunge a destinazione, che negativa, se si considera la cura dei dettagli relativi alla produzione. Il primo disco della formazione varesotta presenta insomma peculiarità positive, figlie di indubbie qualità tecnico-artistiche (costruite anche grazie ad un'intensa attività live), e, allo stesso tempo, segna dei passaggi a vuoto quasi inevitabili per un progetto così giovane e per un demo registrato in appena due giorni.
La partenza è affidata ad “Unleash The Beast”, traccia priva di tecnicismi di alcuna natura, sviluppata con una ritmica veloce e disinvolta, che si avvale di un refrain capace di renderla decisamente orecchiabile. Forse un po' troppo, aggiungo io. La segue “Song Of Hate”, un pezzo sparato con vigore dall'inizio alla fine che, a mio avviso, segna un incremento di livello, reso possibile soprattutto mediante il poderoso lavoro alle pelli di Mike Ercolano. Pienamente godibile anche “Wall Of Pain”, specialmente in relazione ad uno schema indubbiamente semplice, ma realizzato in scioltezza: ritmi cadenzati a farla da padroni, arricchiti qua e là da improvvise sfuriate e da un assolo veramente ben eseguito. È ancora tempo di ritornello con la successiva “House Of Death”, song articolata secondo il leitmotiv delle precedenti, dove è ben tangibile come il timbro della vocalist (davvero interessante) meritava senza alcun dubbio di essere esaltato maggiormente durante il lavoro in studio. Si cambia leggermente registro in “Sparkle Of Soul”, un brano che mostra a più riprese qualche spunto hard rock, dato che sottolinea ancora una volta lo stile variegato del quintetto nostrano. In chiusura troviamo “Earth's Rage”, che nulla aggiunge o toglie a quanto finora ascoltato.
In definitiva, sento di poter affermare che, per essere un prodotto di debutto assoluto, “The Beginning Of Disaster” è sicuramente un buon punto di partenza, un apprezzabile biglietto da visita per dei ragazzi che presi singolarmente appaiono dei musicisti di assoluto valore, mostrando al contrario qualche lacuna a livello di coesione. Da qui deriva il sei e mezzo che ho attribuito loro, una sufficienza tendente non al basso, ma all'alto, in quanto suscettibile di sicure migliorie future, magari nel primo lavoro sulla lunga distanza. Nel frattempo, non mi resta che attenderli al varco facendo loro un grosso in bocca al lupo.
Davide Khaos