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Deathwish to Overdose

NEPHANDUS - Deathwish to Overdose
(2012 - Autoprodotto)voto: 6/10
Se vi piace il death old-school oscuro e suggestivo questa pubblicazione potrebbe fare al caso vostro, senza troppe pretese sul piano tecnico e compositivo i Nephandus si esprimono comunque con una mirabile sicurezza.
L'EP si apre con "Burn In Hell", che ci fa apprezzare il growl grave e cavernoso, totalmente atonale del cantante, l'andatura del pezzo è piuttosto trascinata, lenta e costante.
"Wendol" è il brano seguente e si sviluppa su ritmiche ben più veloci. Belle le parti melodiche, un po' meno i soli di chitarra, poco attenti a trasmettere ispirazione a favore di una frenetica kermesse di note fulminee.
E' il turno di "Path Of Death", costruita sopra un tappeto di incessante doppia cassa e impreziosita da una parte strumentale in cui risalta il rullante secco, martellante e deciso del blast beat.
Il penultimo pezzo si intitola "Butcher", i suoi riff lenti trascinano in un vortice di aggressività musicale, che si alternano a momenti a volte melodici, a volte spasmodici.
Il disco si chiude con un brano strumentale accattivante, "Ad Nauseam". Forse il più interessante della tracklist; le piccole imprecisioni dovute probabilmente ad una registrazione frettolosa vengono meno in confronto ad un estro creativo superiore.
Il quintetto di Pordenone ha sfornato una pubblicazione sufficiente dal punto di vista creativo, tecnico e attitudinale.
Spesso si cercano inutili paragoni per rendere l'idea del genere che ogni band si appresta ad affrontare, ma ascoltare con le proprie orecchie e dare un parere personale rimane sempre il miglior metodo di giudizio.
Alex Imperiale