Ricerca
Contattaci
Per segnalare concerti o richiederci una recensione delle vostre band, scriveteci compilando il modulo in questa pagina
Accesso utente
Chi è on-line
Life In Pills

TrackList
01. Angels With Guns
02. Down
03. Clockwork Liar
04. River
05. My Divine
06. After The Break
07. Drowning Deep
08. Chains
09. Your Turn
10. Over Bored
11. Suffocating
INVAIN - Life In Pills
(2011 - Copro Record)voto: 7.5/10
Attiva dal 2004, la band padovana Invain ha portato la propria musica attraverso tutta l'Italia, di live in live, arrivando a pubblicare nel 2011 il terzo lavoro registrato in studio: “Life In Pills”.
Volendo in qualche modo inquadrare la produzione musicale di questo notevole trio veneto, possiamo classificarla come “alternative grunge”; di sicuro il grunge è la componente prevalente, ma abbondano i riferimenti tipicamente stoner, il tutto condito con spunti prog metal. Ne risulta un cocktail di sonorità spesso tendenti al cupo, vagamente claustrofiche, con ritmiche ipnotiche che creano un'atmosfera movimentata, vischiosa e avvolgente.
“Life In Pills” è un album davvero interessante, in cui l'essenzialità della strumentazione rende ancora più sorprendente l'effetto globale pieno e rotondo. I tre musicisti si fondono a perfezione riempiendo tutto lo spazio a disposizione, amplificando l'effetto del cantato pulito, potente, ruvido e caldo al punto giusto.
La batteria di Christopher è il cuore pulsante della triade, che batte a varie velocità pompando la linfa sonora di ogni brano, mentre la chitarra di Pierpaolo ne è la voce strumentale, ora più nitida e sottile, ora francamente distorta e rimbombante. La caratteristica a mio parere più inattesa la si deve al basso di Alessandro che non si limita al solito ruolo di componente ritmica in coppia con la batteria ma che diventa parte portante del fraseggio melodico, funzione che quasi sempre spetta ad una delle due chitarre, quando le chitarre sono appunto due. E proprio questa veste ambivalente del basso, addirittura eletto spesso a solista, condiziona in maniera importante il sound generale degli Invain.
I testi, costellati da immagini incisive e sorretti da una scrittura ad effetto, sanno raccontare sensazioni e stati d'animo pervasivi in modo tutt'altro che banale, conservando la giusta dose di cripticità necessaria a rendere il messaggio “universale”
Da un punto di vista puramente strutturale, l'album in questione è un mosaico composto da undici tessere ben incastrate tra loro, che illustrano la vita così come la sentono i tre componenti della band; accuratamente calibrato nella costruzione, con una sapiente alternanza di momenti lenti e veloci, dimostra tutta l'esperienza che gli Invain hanno maturato durante gli anni di attività.
“Life In Pills” si apre con “Angels With Guns”, molto intensa, che mette subito in chiaro cos'è la musica di questo gruppo; segue “Down”, annuncio prepotente del ruolo chiave che il basso rivestirà per tutto il percorso. La terza traccia è “Clockwork Liar”, introdotta da un riff ripetuto ed ipnotico; uno dei pezzi più avvolgenti per sound e per cantato. Poi “River”, armonica e a tratti sospirata, riporta in primo piano il basso, sostenuta da un testo quasi amaro. Passando attraverso la vocativa “My Divine”, si arriva ad “After The Break”, ben cadenzata e potente anche nei tratti più soft. “Drowning Deep” è uno dei momenti forse più cupi, senza per questo perdere nulla in ritmica e forza, pungente nella parte strumentale. “Chains” è un tripudio di chitarra e batteria, seguita da “Your Turn” acuta e distorta, retta senza fatica dal basso onnipresente. “Over Bored”, in cui il cantato si sovrappone al parlato, conduce energeticamente verso il finale siglato da “Suffocating”, bellissima chiusa introdotta dall'arpeggio morbido di basso e chitarra, accarezzàti entrambi dalla batteria. Struggente per testo e struggente per il crescendo in potenza che la attraversa per intero, va a concludere l'esplorazione di un lavoro che ha davvero tanto da dire e da dare.
“Life In Pills” è un album che piacerà molto agli appassionati dell'alternative grunge, ma che mi sento di consigliare anche a chi non è esattamente un fedelissimo di questo genere; sebbene per i non frequentanti alcuni passaggi possano risultare un po' ostici, è un lavoro sicuramente ricco di spunti variegati in grado di stimolare diversi tipi di palato. Buon ascolto.
Ella May