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Italian Madness

TrackList
1. Alcoholic Devastation
2. Carthago Delenda Est
3. Italian Madness
4. Ever Only War
5. We Will Never Surrender
RADICAL CRASH - Italian Madness
(2012 - Moonlight Records)voto: 7/10
A poco più di un anno dal precedente "Danger in Progress" tornano tra di noi i thrashers mantovani Radical Crash! Da allora un pò di cose son cambiate, intanto nuovi cambi di line up che proseguono anche adesso, e un contratto con l'etichetta Moonlight Records di Parma. Quello che non cambia è la musica, il solito heavy thrash metal che già aveva caratterizzato la prima prova della band.
Chiaramente però ci son dei passi in avanti, nel thrash non finirò mai di ripeterlo c'è ben poco da inventare, ma l'attitudine stradaiola e alcolica dei Radical Crash attenua tutto ciò e l'Ep è decisamente godibile.
Più maturo del precedente, i brani stessi vengono allungati a dimostrazione della presa di coscienza delle proprie qualità, il suono è migliorato così come la produzione, restando però quell'alone old school di marcio e grezzo che mai male fa!
Tribalmente thrash e sporca di alcol l'iniziale "Alcoholic Devastation", che avvicina i ragazzi lombardi ai maestri dell'alcoholic/thrash Tankard! Divertimento e metal, semplice ricetta per entrare nel cuore dei metalheads.
A seguire abbiamo "Carthago Delenda Est" che a modesto avviso del vostro recensore è il miglior brano dell'Ep! Ottima struttura sonora, bel testo e ottimo chorus, parti tiratissime old-school e break centrale da brividi, davvero bello!
"Italian Madness" è un classico brano thrash che non aggiunge nulla di nuovo e non mi impressiona più di tanto, salvo qualche suono di chitarra più particolare e la solita batteria pesantissima.
Tecnicamente i passi in avanti maggiori si possono notare su "Ever Only War" e "We Will Never Surrender", molto articolate con ottimi riff e solo dei bravi Andrea Bombaci e Jacopo Predari, ma un pò tutti i brani vedono la band (in tre al momento della registrazione) nettamente migliorata rispetto al precedente lavoro.
Mi piace molto la voce di Andrea Bombaci, che si districa assai bene nel tessuto sonoro imbastito da chitarre e sezione ritmica (ancora un plauso al "treno" Matteo Sampietri), voce calda e grezza al punto giusto.
Concluderei apprezzando il passo in avanti compiuto dai ragazzi, nella speranza che risolti i problemi di line-up riescano a proporci un full-lenght all'altezza della tradizione thrash.
Klaus Petrovic