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Roma Isterica

GALERA - Roma Isterica
(2012 - Autoprodotto)voto: 6.5/10
L’hardcore dei romani Galera brucia le tappe. Si tratta di una band dalla line-up di recente formazione, ma dalla personalità forte e determinante del classico live da guerriglia urbana che si immerge a capofitto con questo Ep in un progetto embrionale che potrebbe evolversi in diverse prospettive interessanti.
Si tratta di un lavoro che si riassume in cinque brani tutti rigorosamente in lingua italiana e dai testi provocatori interpretati in maniera impeccabile dal cantante Stefano e musicalmente parlando le chitarre mi hanno convinto di più, il suono è un po’ più distorto invece per quanto riguarda la batteria ma non per questo è da meno degli altri, anzi; scandisce perfettamente i vari passaggi di chitarra.
Niente male per un’autoproduzione, poiché hanno saputo farsi notare in stile e grinta. Direi che le premesse per essere perfetti ci sono. Nascono da ciò che resta degli Ebola, noto gruppo hardcore conosciuto nel circuito underground nostrano, dove si aggiungono altri membri nuovi.
I Galera presentano una Roma metropolitana, più 'notturna', in chiave hardcore moderno, misto tra Converge o Concrete. Aprono con "Serena la fan", dove la chitarra di Roberto e la batteria di Demian precedono la voce di Stefano che si mette in mostra fino alla fine quando spetta ancora a Roberto e al basso di Francesco chiudere una canzone tutto sommato corta e introduttiva di tutto l'Ep.
"Ronette Pulaski" è la continuazione della prima, un brano in cui ancora giù pesanti di chitarra e batteria inseriscono dei riff un po’ qua e là che innestano delle minipause lampo smussanti e modellanti di un filo armonico meno grezzo tra una canzone e l’altra, ma il sound ritmico e assordante resta, così come avviene in "Sanguine" e "Roma Isterica". Si conclude con "Notturno mannaro" che sfocia in una sempre maggiore intensità sonora per finire in bellezza con una repentina digressione che di getto cala il sipario su tredici minuti scatenati.
I Galera hanno molte carte da giocare, e partono sul piede giusto, come dimostra l’inserimento nella Bill del Gods of Grind e l'avere fatto da gruppo di apertura ai Napalm Death. Mi hanno convinto abbastanza, è un gruppo da ascoltare live e da tenere in consderazione.
Ci vorrebbe molto di più di tredici minuti su un Ep, bisogna sentire una band, soprattutto quando la line-up, come in questo caso, promette bene. Vediamo il resto.
Ilaria Degl'Innocenti