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Back In Flames

TrackList
- Short Cut To Hell
- Head Out
- I Want To Rock
- Hot Wheels
- Heavy Metal Army
- Go Your Way
- Fire's Going Higher
- Running The Race
- We've Got The Music
- Flames (bonus track, demo)
- Let Me Go (bonus track, demo)
- C'mon Let's Rock (bonus track, demo)
- Fly (unplugged bonus track)
STRIKE - Back In Flames
(2012 - Jolly Roger Records / Masterpiece)voto: 8/10
“Il primo disco HM italiano di sempre!”: è con queste parole che ci viene presentata la ristampa del primo, autointitolato album dei napoletani Strike, datato 1981. Difficile smentire questa affermazione, se si considera, giusto per scomodare qualche nome, che il primo album dei Vanadium risale all'82, i due anni successivi vedono rispettivamente il debutto di Vanexa e Strana Officina, e altri due anni sarebbero dovuti passare prima che Fil di Ferro, Sabotage e Skanners uscissero sul mercato. Difficile anche sapere per quale motivo la band abbia poi cessato l'attività, precipitando in ben trent'anni di silenzio che vengono interrotti solo ora dalla Jolly Roger Records (con distribuzione Masterpiece per l'Italia), incaricatasi di ristampare – sotto il titolo di 'Back In Flames' – il suddetto lavoro, per l'occasione arricchito da quattro bonus track.
Facciamo dunque un grande tuffo nel passato, e vediamo cosa gli Strike ci proponevano; tenendo sempre presente, ovviamente, che la nwobhm stava giusto avviandosi verso il proprio apice, ma molto doveva ancora essere detto e fatto, il che significa che molti dei riferimenti che è possibile incontrare in questo album perdono significato contestualizzando l'ascolto. Influenza primaria – e non potrebbe essere altrimenti – è il roccioso hard rock dei Priest, a conti fatti l'unica band che all'epoca aveva già una decina d'anni sul groppone; anche a livello vocale è evidente quanto forte sia questo influsso. Altrove, e mi riferisco in primis a 'Hot Weels' e 'Heavy Metal Army', è possibile riscontrare sonorità vicine ai Saxon, altri precursori del genere.
A suon di brani ritmati e dalla buona immediatezza gli Strike mettono in mostra ottime doti: da 'Short Cut To Hell' a 'I Want To Rock', da 'Heavy Metal Army' a 'Running The Race' (quasi Maiden-iana), poi poi concludere con una 'We've Got The Music' che molto deve agli Ac/Dc dell'epoca Bon Scott. Questi sono secondo me i brani più interessanti del disco; gli altri mostrano quelle asperità che da sempre hanno contraddistinto qualsiasi debutto. Ma nel complesso siamo di fronte a un prodotto che lasciava intendere un notevole spessore.
Delle bonus track, le prime tre provengono da una demo di quattro anni dopo, e mentre 'Flames' mantiene pressapoco le medesime coordinate stilistiche gli altri due brani mostrano come gli Strike avessero deciso di strizzare notevolmente l'occhio a sonorità hair metal/aor, arrivando ad esibirsi in una (bellissima) 'Let Me Go' che pare estratta direttamente dal repertorio dei Dokken. Suona come una via di mezzo tra Ratt e Def Leppard, invece, 'C'mon Let's Rock'.
La traccia conclusiva, 'Fly' (brano riguardo le cui origini non so nulla), è una strumentale di sola chitarra acustica paragonabile per impostazione a una certa 'Dee' del compianto Randy Rhoads, gradevole ma con veramente molto poco da aggiungere a quanto abbiamo fino ad ora ascoltato.
'Back In Flames' è insomma una rievocazione graditissima, da un lato per l'interesse storico (motivo per cui è consigliatissima a tutti coloro – come me ad esempio – che non hanno vissuto direttamente le origini della scena heavy metal), dall'altro perché contiene dei gran bei pezzi (inutile dire, a questo punto, che nella mia valutazione pesano opportunamente entrambe le considerazioni). Un must per tutti gli appassionati.
Francesco Salvatori