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HOMICIDE HAGRIDDEN - Us
(2012 - Buil2Kill Records)voto: 6.5/10
Gradito ritorno quello degli Homicide Hagridden che dopo il debutto con "Dead Black Sun" del 2005 e il successivo stop forzato tornano in attività col loro secondo lavoro: "Us".
I ragazzi torinesi non sono dei novellini e nel momento in cui sono entrati in sala di registrazione avranno certamente pensato che per far fronte al tempo perso negli ultimi anni avrebbero dovuto dare fondo a tutte le proprie capacità e, devo dire, ci sono riusciti alquanto bene. L'album si presenta con una forte carica dinamitica, un thrash'n'death moderno suonato in chiave retrò!
Ad aprire il disco in tipico stile thrash anni '80 c'è "Last Thinking", un arpeggio a più voci su un giro armonico neanche tanto banale, a presagire la furia devastante che da lì a breve sorprenderà l'ascoltatore con "World Decline". L'impatto è sicuramente d'effetto e l'atmosfera che si respira è puramente thrash, seppure con influenze alternative e nu metal.
Andando avanti nell'ascolto dell'album si ha la sensazione che ogni brano abbia una propria ispirazione e che gli Homicide Hagridden, pur riuscendo a fasare l'intero EP sulla propria filosofia musicale, abbiano voluto esprimere in ogni pezzo un elemento stilistico che ha fatto la storia del genere, seguendone l'evoluzione in ordine cronologico fino ad arrivare ai tempi moderni e alla PROPRIA musica! Se in "World Decline" si è percepita la scuola thrash degli Annihilator e degli Slayer nelle successive "Black As War" e "Empty Thought" si notano le influenze rispettivamente di un groove metal alla Pantera e del black metal.
Bello il riff che apre "The Ones", brano che assieme al successivo "Slaved From Darkness" ci riporta ad un thrash metal più recente, alla The Haunted se vogliamo, ma che non disdegna cori di matrice grunge anni '90 e scale arabeggianti. Si arriva così a "Dimension Zero", pezzo che inizia come una piacevole ballad death melodica e che lascia prendere fiato dopo le palpitazioni della prima metà del disco, ma che si trasforma ben presto in una sfuriata di death scandinavo che proseguirà poi con "Ghost Messiah".
Non si poteva chiudere senza un pezzo più lento e riflessivo come "Sign Of The Death" che personalmente vedo, in questa metafora del viaggio temporale all'interno del metal, come il raggiungimento di una propria dimensione e il compimento degli Homicide Hagridden.
"Us" non spicca certo per fantasia e originalità, ma le idee di cui si fa portatore sono buone. Il tutto è suonato in modo molto attuale ma le chitarre asciutte e la produzione volutamente(?) essenziale danno quel sapore vissuto che rende il lavoro più interessante. Unica nota negativa per gli assoli, che risultano poco ispirati... ma non si può avere sempre tutto. Sta di fatto che gli Homicide Hagridden sono tornati!
Max Manthix



