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Revolution

BLACK OLD GARAGE - Revolution
(2012 - Revalve Records)voto: 6/10
Bravi sono bravi, eh! Niente da dire in merito. Eppure...
I Black Old Garage nascono nel 2007, in quel di Livorno, inizialmente come cover band dei Black Label Society. Dopo una prima demo (da noi recensita positivamente), sfornano oggi per la Revalve Records il loro full lenght di esordio: dieci tracce di roccioso e cupo sound post-grunge, pesantemente influenzato da gruppi come Alter Bridge in primis. Purtroppo sono proprio queste influenze, dalle quali il combo livornese fatica ad affrancarsi, a rendere però pesante l'ascolto di “Revolution”: presi come sono nell'emulazione delle loro muse ispiratrici, i Black Old Garage non si sono forse nemmeno resi conto di aver creato un insieme di brani piatti e privi di personalità, in cui manca ogni spunto di originalità ed espressione creativa. Oddio, ammetto anche che il Sacro Graal dell'originalità nel metal è cosa ardua da raggiungere oggi e non si pretende di certo da un gruppo alle prime armi la rivoluzione di un genere. Ma un minimo di impronta personale magari sì. “Revolution” pare invece una serie di pezzi creati con lo stampino in catena di montaggio, tutti troppo simili per poter appassionare veramente.
Peccato, perchè le capacità per far bene ci sono tutte. Tralasciando quanto non mi ha coinvolto in maniera particolare, mi limito quindi a segnalare i brani che spiccano sugli altri, come ad esempio la title track: un inizio che lascia ben sperare, un'esplosione di energia e suoni dirompenti che colpiscono per la potenza e la prepotenza con cui si imprimono nella mente. Potremmo però fermarci tranquillamente qui, visto che i brani seguenti altro non sono che il ripetersi di uno schema ben noto. Da notare ancora “Killing Memory”, che esordisce come una ballad niente male, per ritornare poi su binari più energici. “Show Me” invece si distingue per un bel refrain, di quelli adatti a catturare un pubblico ampio quanto appassionato al genere. Piacevole la ballad “Breath”, in cui vengono ulteriormente allo scoperto le capacità della band livornese: un incedere lento che lascia gradualmente il passo ad un sound potente ed espressivo e che, insieme alla title track, condensa il meglio dell'album.
Promozione stiracchiata dunque per i Black Old Garage: tecnicamente ci siamo, speriamo che in futuro trovino fiducia e coraggio necessari per esprimersi in pieno, con un sound che sia immagine della loro creatività e non sterile riproduzione di quanto già sentito.
Luy C.